BARI – Con la risalita dei contagi in Puglia con quasi 8mila nuovi casi accertati di variante Omicron2 è fuga nelle campagne per trascorrere il tempo libero per sfuggire agli assembramenti delle città senza limitare la possibilità di movimento, grazie ai grandi spazi disponibili. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base delle denunce di infortunio da Covid-19 al lavoro registrate dall’Inail in Puglia che riguardano solo per il 2% l’agricoltura e l’agroalimentare in 24 mesi dal gennaio 2020 a febbraio 2022, dove nelle oltre 100mila aziende agricole, stalle e più di 5mila imprese di lavorazione alimentare non si è peraltro mai smesso di lavorare per garantire le forniture alimentari alla popolazione e gli agriturismi hanno accolto in sicurezza turisti e viaggiatori.
“Cresce l’allerta per una emergenza che in Puglia sta vivendo una nuova fase di crescita, proprio quando anche con lo scoppio della guerra in Ucraina si è rafforzata ulteriormente la consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza in Puglia che può contare su una risorsa da primato mondiale ma deve investire per superare le fragilità presenti, difendere la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Ingenti i costi che le aziende agricole e le masserie stanno sostenendo per garantire alti standard di sicurezza a tutela dei propri dipendenti sui luoghi di lavoro e negli agriturismi e masserie didattiche rispetto ai turisti e alle famiglie ospitati quotidianamente. Uno sforzo importante che deve essere sostenuto dalle istituzioni che devono accompagnare – aggiunge Coldiretti Puglia – le imprese agricole in questo percorso complesso per garantire sicurezza nelle aziende e durante il trasporto degli operai agricoli.
La pandemia ha accelerato il fenomeno del ritorno alla terra e maturato la convinzione comune che le campagne siano oggi capaci di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, sia per chi vuole intraprendere che per chi vuole un lavoro al contatto con la natura
Il lavoro in campagna risulta essere più sicuro perché garantisce il rispetto delle distanze che nelle aree rurali – sottolinea la Coldiretti regionale – si misurano in ettari e non in metri ma ad essere meno pericolosa è anche la vita nei borghi rispetto alle metropoli segnate da una forte densità di popolazione.
Il risultato è che – continua la Coldiretti regionale – si è verificato un aumento del 29% delle ricerche di case in campagna, nei borghi e nei piccoli comuni per la voglia di maggior sicurezza e ma anche di una migliore qualità della vita, secondo l’analisi dell’Ufficio Studi Idealista rispetto al periodo pre-Covid.
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