CAVALLINO – Una festa. Una torta. Una frase. E mille polemiche. A Cavallino non si parla d’altro. A scatenare un pandemonio è stata la foto pubblicata sui social (e ora rimossa) di una torta raffigurante il Palazzo Ducale, simbolo di Cavallino, con la scritta “Finalmente liberi. Uniti”, e alcuni volti sorridenti. Per molti il riferimento è alla morte dell’onorevole Ninì Gorgoni – sindaco dal 1992 al 2006 di Cavallino che riuscì a valorizzare sul piano culturale – e zio dell’attuale primo cittadino Bruno Ciccarese – deceduto lo scorso 13 maggio. L’accusa è di quelle pesanti: “Hanno festeggiato la morte di Gorgoni”. E così nel giro di poche ore facebook si è trasformato in un corollario di improperi, offese e insulti per i protagonisti di questa vicenda, prima della reprimenda di rappresentanti politici e istituzionali: dall’amarezza per l’accaduto dell’europarlamentare Raffaele Fitto (“la morte, anche del peggior nemico, merita rispetto”) passando al “dispiacere” del Pd (“il rispetto per la morte non ha colore politico”) e per finire alle dure affermazioni del ministro Teresa Bellanova – lontana anni luce dalle posizioni politiche dell’ex sottosegretario repubblicano – che ha stigmatizzato il “vergognoso” episodio. “La libertà, quella vera, si alimenta con il lavoro politico rigoroso e quotidiano. Quanto accaduto a Cavallino è una bruttissima pagina per quella comunità, una ferita grave”. E poi c’è chi, come il consigliere regionale Paolo Pellegrino parla di “meschina messa in scena” e si augura che “gli autori possano al più presto porgere pubblicamente le proprie scuse”.
Oggi la parola passa alla difesa. A chi ha organizzato quella che – sottolinea – era solo una festa di compleanno per i miei sessant’anni. Che non si scusa e fornisce la sua versione dei fatti. “Nego con forza – afferma Walter Bevilacqua – che intendessi alludere alla scomparsa dell’onorevole Gorgoni di due settimane fa, solo perché è raffigurato il Palazzo Ducale, luogo in cui torneremo a ritrovarci e a chiacchierare con gli amici dopo la quarantena per il Covid. I precedenti messaggi inviati ai miei amici parlano chiaro: era una festa di compleanno, un momento goliardico e conviviale, avvenuto, finalmente, dopo il lockdown imposto dall’emergenza sanitaria”. A far discutere e a innescare una valanga di polemiche è stata soprattutto la frase “Finalmente liberi. Uniti”. Anche in questo caso Bevilacqua replica e precisa: “Finalmente liberi” allude alla libertà di ritrovarci dopo un lungo periodo di isolamento trascorso nelle nostre abitazioni, il termine “Uniti” era prettamente collegato alla facoltà di potersi nuovamente incontrare con amici e persone care. Che la maggioranza di Cavallino abbia pensato di strumentalizzare il tutto accostando la mia festa di compleanno al festeggiamento di una persona deceduta due settimane prima è sostanzialmente ridicolo. Capisco che il messaggio poteva essere interpretato in modo diverso, ma i fatti non sono soggetti a interpretazioni fuorvianti”. Insomma, nessuna allusione a don Ninì Gorgoni. Anzi. Una strumentalizzazione bella e buona secondo l’interessato: “È stata montata (politicamente) ad hoc una macchina del fango che ha gettato ombre su persone perbene, su invitati ignari di tutto, un chiaro attacco politico, considerati i soggetti coinvolti”. Fine della puntata. Almeno per ora. Perché dopo queste dichiarazioni è facile immaginare che possa sollevarsi un nuovo polverone.
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