LECCE – Il silenzio a volte è d’oro. Non in questi casi. Sono passati 26 giorni da quel 23 marzo, giorno in cui – Sap, Unarma, Conapo, Sappe e Silf avevano chiesto di “valutare l’attivazione di idonei protocolli per la salvaguardia della salute del personale che rappresentiamo, cioè quello delle forze dell’ordine e del soccorso pubblico, operante in prima linea e maggiormente esposto al contagio”. Tempo trascorso inutilmente. “Ad oggi , caro Presidente – si legge in una nota – non ci ha onorato di alcuna risposta. I dati statistici della regione Puglia, ricavati dai bollettini ufficiali, recitano che il numero dei casi positivi è in continuo aumento: fino ad oggi ben superiore a 3300, e non si registra per il momento un’inversione di tendenza; vi è poi la non trascurabile percentuale quotidiana di decessi. Ed in questa impietosa statistica si registrano purtroppo anche numerosi casi di appartenenti alle forze dell’ordine e del soccorso pubblico. I dati proseguono poi con l’indicazione che dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati oltre 38.000 test”.
Ed ecco una serie di quesiti posti al Governatore pugliese. “A chi sono stati effettuati questi test? Possibile che altre Regioni come la Campania, l’Umbria, il Lazio, la Toscana, l’Emilia Romagna, il Veneto, abbiano deliberato – responsabilmente ed in perfetta autonomia – l’applicazione di tali test agli operatori della sicurezza impegnati in prima linea, ed in Puglia neppure uno? È davvero così difficile? Non si starà aspettando, ci auguriamo, l’input di qualche solerzia verticistica, intanto accomodata sulla sua bella poltrona, che tarda ad arrivare, mentre i “soldati” vanno sul campo di battaglia? Sono tanti gli interrogativi che ci stiamo ponendo. Ed ancor più angosciante è chiedersi se qualcuno che purtroppo non c’è più, si sarebbe magari potuto salvare con un semplice test preventivo. Ma ancora di più ci chiediamo, ora: quanti appartenenti al comparto sicurezza e soccorso pubblico pugliese, stanno rischiando ogni giorno di infettarsi e di morire o di infettare a loro volta un collega piuttosto che il cittadino di turno o addirittura una persona cara, rientrando a casa?”.
Una lettera piena di interrogativi, “esattamente come un interrogativo è in questo momento il futuro clinico di ognuno di noi, nessuno escluso; tuttavia, l’interrogativo più fragoroso, per noi operatori della sicurezza di tutta la Puglia, costantemente a rischio contagio, è proprio il perché del suo silenzio Presidente Emiliano, all’appello di protezione di chi è costantemente per strada a garantire l’altrui protezione, compreso la sua”. Caro Governatore, gli operaotri della sicurezza meritano almeno una risposta.
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