La stagione della caccia ai record per Simone Palombi è entrata nel vivo. La punta ha segnato lunedì scorso il gol che ha permesso ai giallorossi di uscire indenni dallo stadio Penzo di Venezia e ha così eguagliato il suo record personale di segnature nei campionati professionistici. Infatti, l’attaccante di proprietà della Lazio aveva segnato due stagioni fa a Terni 8 reti, tante quante ne ha segnate qui a Lecce. «Il mio obiettivo era quello di raggiungere il record di Terni e di superarlo arrivando in doppia cifra nella classifica dei marcatori». Così ha esordito Palombi in conferenza stampa. «Sono felice di aver segnato questi gol e adesso voglio conquistare il secondo obiettivo. A Lecce mi trovo molto bene e mi piacerebbe rimanere anche l’anno prossimo, anche se adesso sono concentrato su questa stagione».
Palombi ha vissuto quest’anno dei periodi di grande prolificità alternati ad altri di digiuno. Tutte le volte che ha segnato un gol in un match di campionato si è sempre ripetuto nella gara successiva, come accadde nel girone d’andata quando segnò prima in casa con il Venezia e poi a Livorno. «Mi piacerebbe segnare nuovamente ai toscani. Rispetto alla gara di andata, però, loro sono una squadra totalmente differente e la striscia positiva di otto risultati utili ne sono la prova. In questo momento sono una squadra difficile da battere e, come col Venezia, dovremo avere pazienza».
L’attaccante giallorosso ritorna, poi, sulla partita di lunedì sera. «Quando non si vince c’è sempre qualcosa che non si è fatto bene e noi abbiamo già analizzato gli errori che non dovremo ripetere in futuro. Nel primo tempo abbiamo avuto un buon possesso di palla, ma abbiamo incontrato una squadra arcigna che non ci ha permesso di trovare spazi, rendendoci sterili sotto porta. Siamo, comunque, una squadra che fa un buon gioco e che produce tanto e questo ci fa ben sperare per il futuro».
Il merito del gioco del Lecce è sicuramente di Fabio Liverani che è stato fondamentale per la crescita di Palombi. «Il mister mi sta aiutando a crescere perché sa tirare fuori da ognuno di noi il meglio. Ricordo ancora quando arrivò a Terni e riuscì a risollevare un gruppo che era quasi disperato. Il suo gioco varia in base alle nostre caratteristiche ed, infatti, tutti noi attaccanti veniamo messi in condizione di poter essere letali in fase conclusiva. Con l’arrivo di Tumminello c’è più competizione per il posto in squadra, ma lo stimolo per far bene c’era anche prima. Con lui e Tachtsidis è salita l’asticella della qualità della squadra e ognuno di noi è consapevole delle potenzialità che possiamo esprimere».
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