AVEIRO – Giovedì 20 e venerdì 21 settembre si è svolta ad Aveiro, in Portogallo, la fase conclusiva degli “Innovation and Entrepreneurship Teaching Excellence Awards”, il premio internazionale per l’eccellenza didattica in termini di innovazione e imprenditorialità. Il primo giorno tutti e dodici i finalisti, provenienti da tutto il mondo, hanno presentato alla commissione del premio le loro particolari tecniche e metodologie didattiche di educazione all’imprenditorialità. Fra i dodici finalisti, anche Daniele Manni, unico italiano e unico docente non universitario. Manni insegna infatti informatica da circa 30 anni presso l’Istituto “Galilei-Costa” di Lecce.
Il docente salentino non ha vinto gli Awards ma porta a casa un bottino di tutto rispetto, infatti gli è stato conferito una menzione speciale con Attestato di Merito per l’impegno profuso nel guidare i propri studenti nell’ideazione e conduzione di piccole startup innovative, con particolare riferimento alla startup “Mabasta”, l’impresa sociale ideata dai suoi ragazzi nel 2016 che lotta dal basso contro bullismo e cyberbullismo e che è divenuta in pochissimo tempo un punto di riferimento per le scuole italiane.
Non solo, Daniele Manni è risultato vincitore in ex aequo con l’irlandese Paul Flynn, nella competizione parallela che vedeva in gara 22 poster di altrettanti relatori provenienti da tutto il mondo presso la 13° edizione della “ECIE – European Conference on Innovation and Entrepreneurship”. Il poster italiano ha meritato il 1° posto per l’originalità dei contenuti e per la semplicità e chiarezza espositiva.
«Prima dell’inizio delle presentazioni ero piuttosto intimorito in quanto sapevo di essere solo contro undici docenti universitari – ha dichiarato Manni – ma subito dopo è diventato tutto …ancora peggio! Già dai primi interventi dei miei colleghi finalisti, ho infatti notato uno spessore e una serietà accademica ben diversa dalla leggerezza narrativa delle mie slide. Alla fine però, deve forse essere piaciuta proprio quella freschezza e quel brio che caratterizza la nostra didattica a Lecce.
Anziché raccontare, come era previsto dal programma, i miei ultimi 15 anni di esperienza a scuola nell’insegnamento e guida nella creazione di micro imprese, ho preferito presentare alcune delle storie di startup dei nostri studenti, con l’inserimento di brevi video in cui i ragazzi stessi raccontano le loro idee d’impresa. Ho visto la commissione interessata e divertita, quasi quanto si sono divertiti i ragazzi a realizzarli, in inglese. Gli studenti della 4°A hanno parlato del loro movimento Mabasta, Daniele Chirico ha illustrato l’idea di promozione territoriale con l’hashtag #InBeautyWeTrust, Michael Candido ha introdotto la geniale modalità di vendita dell’olio extravergine Nectarea e, infine, Giulio Raganato e Francesco Tortorelli (appena 14enni) hanno scherzosamente raccontato della loro nuova startup “xCorsi”.
In definitiva, ho sottoposto alla commissione una domanda iniziale, ossia se valesse la pena insegnare imprenditorialità a studenti di età inferiore a quella “normale” (in tutto il mondo è pratica comune per universitari e neo laureati) e, attraverso esempi e casi reali, giungere poi ad una decisa e motivata risposta affermativa, sia relativamente a studenti col business nel Dna che, soprattutto, a tutti gli altri (che rappresentano la stragrande maggioranza), in quanto escono dal percorso formativo con più fiducia in sé e nelle proprie capacità, più resilienti e con un più spiccato ottimismo nel futuro.
Alla fine della giostra, è stata una gran bella avventura, intensa e divertente. Un’esperienza che mi sento di augurare di cuore a tutti i miei colleghi docenti.»
Facebook
Instagram
RSS