“Articolo 9 della Costituzione: “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
Come afferma Salvatore Settis “L’Italia è stato il primo Paese al mondo a mettere la tutela del patrimonio e del paesaggio tra i principi fondamentali dello Stato”.
Finalmente il Comune di Lecce ha deciso di riprendere il ruolo che la legge gli assegna e, dopo un ventennio di ignavia, qualche giorno fa ha provveduto al primo abbattimento di un fabbricato abusivo realizzato proprio sulla foce dell’Idume in area appartenente al Parco Naturale Regionale Paludo e Bosco di Rauccio.
L’ex assessore all’Ambiente Guido, che per anni ha nascosto la testa sotto la sabbia, fingendo di non vedere gli abusi insanabili ed ignorando la normativa statale che impone la demolizione, non trova di meglio da fare che lamentarsi pubblicamente della demolizione ipotizzando altri usi pubblici del fabbricato.
Altri usi del tipo Centro Recupero per le Tartarughe Marine (attualmente presso Rauccio e che l’Amministrazione è già in procinto di trasferire in altro sito) che, si badi bene, si è ben guardato dall’attuare durante gli anni del suo assessorato. Grave che l’ex assessore all’Ambiente proferisca proprio ora queste parole. Grave per più motivi.
Innanzitutto mai le precedenti Amministrazioni di cui lui ha fatto parte hanno proceduto alla demolizione di fabbricati non sanabili edificati nelle nostre bellissime marine sfregiando il paesaggio naturale. Eppure la legge lo prevede, anzi lo impone.
Non dare effettività alla legge suggerisce una idea di impunità a chi finora ha deturpato il nostro immenso patrimonio ambientale e le bellezze della nostra costa. Non comprendere che il paesaggio va tutelato non solo a parole ma con i fatti è grave per tutti, ma è imbarazzante oltre ogni misura per chi ha rivestito figure di governo della città nello specifico settore dell’Ambiente.
Inoltre, la voce dell’ex assessore Guido si leva, in ancor più imbarazzante unisono, con quella dei proprietari dell’immobile abusivo abbattuto, la famiglia Vincenti, soprannome “Maciste”. Una famiglia assurta alle cronache giudiziarie per le gesta di alcuni suoi componenti appartenenti alla Scu.
Non cogliere il significato anche simbolico che, in uno con il ripristino del paesaggio, assurge anche a ripristino della legalità è gravissimo per un uomo delle istituzioni. Quale che sia il colore politico.
Ancor più grave perché non si pone al fianco di una brava Assessora, Rita Miglietta, che ha voluto esplicitamente lanciare un segnale: paesaggio e bellezze naturalistiche, sviluppo del turismo sostenibile, ricchezza del territorio, economica e ambientale, vanno a braccetto con il ripristino della legalità.
Al consigliere Guido, che ha perso l’ennesima occasione per tacere, o meglio per usare i toni più apprezzabili dedico le parole di Peppino Impastato, che aveva incorniciato il connubio bellezza e legalità con una descrizione di rara efficacia e potenza: “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.
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