Via libera al Pug da parte della giunta Comunale di Lecce che ha approvato il Piano Urbanistico Generale della città. Ora ai attende il passaggio in consiglio comunale.
Di seguito le novità più interessanti:
Partecipazione attiva dei cittadini: attraverso suggerimenti, proposte e progetti vero e propri che sono stati tutti valutati dagli uffici; istruiti e recepiti quelli compatibili con le direttive del Piano.
Marine: particolare attenzione alle periferie e alle marine, queste ultime avranno un corridoio ecologico lungo la litoranea, attraverso l’individuazione di un grande parco costiero tra Torre Chianca, Frigole e San Cataldo.
Campagne: saranno potenziare le strutture storiche esistenti, già ristrutturate o da ristrutturare (come masserie), attraverso una normativa tecnica che mira a valorizzare il paesaggio ed il patrimonio storico-architettonico e ad incentivate ricettività e turismo.
Nelle aree agricole a cavallo tra le zone paesaggistiche protette e quelle a carattere produttivo, sono state individuate altre aree nelle quali proporre un modo alternativo di abitare le campagne in risposta alle nuove esigenze dei cittadini, anche i più giovani, per il recupero delle zone rurali abbandonate.
Lecce centro storico: non ci sarà più la differenza normativa che c’era tra una parte del centro storico e l’altra per quanto riguarda la destinazione d’uso degli immobili.
Lecce città:
Adottate due modalità di ristrutturazione urbana:
”Protocollo Lecce” e “Marca Leccese”
Protocollo Lecce: tutte le ristrutturazioni, i risanamenti o nuove costruzioni all’interno dei tessuti storici e consolidati, dovranno fare riferimento al Protocollo Lecce, uno strumento operativo per la progettazione sostenibile e la compatibilità energetico-ambientale degli edifici.
Marca Leccese: è un dispositivo progettuale che premierà chi valorizzerà la “Marca” dell’architettura leccese, attraverso la costruzione di edifici secondo le metodologie tipiche della tradizione salentina.
“Questo Pug – ha sottolineato l’assessore all’Urbansitica, Severo Martini – non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza perché è uno strumento urbanistico duttile, sensibile alle esigenze di una città che cambia e che in particolari periodi dell’anno, deve essere in grado di sostenere il carico abitativo di un numero di abitanti (turisti, pendolari, studenti) superiore a quello ordinario”.
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