LECCE- L’ultimo consiglio comunale dell’anno si incaglia su una transazione, quella da 603mila euro, siglata tra l’Amministrazione Comunale e l’impresa Pisacane. Oggetto del contendere il servizio di manutenzione degli impianti di pubblica illuminazione nel territorio comunale. In ballo fatture non pagate per anni che hanno fatto lievitare il conto chiesto dalla società. Ma ci sono pure buchi neri, come richieste – relative alla manutenzione straordinaria – per diverse centinaia di migliaia di euro di cui non v’è traccia, non vi sono ordini di servizio. Per non parlare di un appalto prorogato per sette anni che ha fatto storcere il naso alla maggioranza di centrosinistra.
“Questa situazione va chiusa senza ulteriori polemiche e barriere comportamentali”, avverte il consigliere Pd Antonio Torricelli l quale narra la lunga storia che lega il Comune di Lecce alla Pisacane. “Ci sono responsabilità gravissime della precedente amministrazione che non ha onorato i debiti contratti”, ha aggiunto il consigliere Lorenzo Ria. Una capacità negoziabile ridotta ai minimi termini, secondo l’ex sindaco Paolo Perrone. “Occorreva delimitarne il perimetro perché il rischio è di non chiudere questa vicenda”.
Di mistificazione ha parlato il consigliere Gaetano Messuti: “Viene richiesta al Comune una cifra spropositata e comunque non c’è traccia della manutenzione straordinaria. Quanto all’appalto è stato prorogato a norma di legge”. “Ci sono molti punti poco chiari – sottolinea il consigliere Mauro Giliberti – E allora mi chiedo: è opportuno accettare una transazione solo con un ribasso dell’8 per cento?”.
Caustico il sindaco Salvemini: “Mi sarei aspettato che l’ex maggioranza si si fosse schierata per ribadire che nulla dobbiamo alla Pisacane. Io sono sicuro che nulla sia dovuto all’impresa, almeno per la parte ordinaria degli interventi. Certo è che avreste dovuto difendere orgogliosamente il vostro operato, così facendo siete meno credibili oltre che poco responsabili”.
Alla fine la delibera è passata con 18 voti favorevoli, 7 astenuti e uno contrario.
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