Il Lecce chiude il girone di andata a 17 punti e 11, soli, gol realizzati. Non sicuramente il bottino di punti e di segnature che ci si sarebbe potuti attendere da una squadra con una rosa più lunga e più competitiva di quelle che hanno tagliato il traguardo della salvezza nei due precedenti campionati.
Il cambio di panchina, da Gotti a Giampaolo, aveva procurato un’ondata di freschezza in termini di prolificità offensiva, ma nelle due ultime uscite a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno solare il Lecce ha fatto rivedere quelle lacune che hanno caratterizzato l’inizio di stagione.
Krstovic ha addosso tutto il peso dell’attacco visto che Rebić è solo sulla carta una punta centrale in quanto ha giocato in quel ruolo soltanto in momenti di emergenza nel Milan di Pioli, una compagine che ha vinto uno scudetto schiacciando gli avversari e creando pericoli non solo attraverso il riferimento centrale dell’attacco che così aveva anche più libertà di movimento.
Nel Lecce invece la punta centrale è fondamentale per le sorti delle azioni offensive, appare isolata nel 4-3-3 e attira su di sé una doppia marcatura in ogni gara. Ad oggi, quindi, in rosa Giampaolo può contare sul solo montenegrino visto che il croato quando entra in campo tende a svariare impuntandosi spesso sulla zona sinistra di campo dove giocava quando c’era Gotti in panchina. Krstovic, inoltre, ha sempre dichiarato di preferire uno schieramento con due punte dove può essere magari la seconda punta al fianco di una “boa”. Ed infatti nello scorso torneo, quando ha giocato al fianco di Piccoli (o di Pierotti), il montenegrino tornò ad essere decisivo in zona gol dopo mesi di completa apatia. Giampaolo in queste sue prime partite sulla panchina giallorossa, ha quasi sempre alternato Krstovic e Rebić, mettendo così l’accento su quanto dichiarato in estate dai vertici societari, ma dimenticandosi però come contro la Juventus il gol del pareggio sia nato proprio da una loro combinazione.
Mettendo da parte il fatto che Burnete, terza punta in rosa, non ha l’esperienza adatta per essere d’aiuto nella corsa salvezza, è indispensabile in questa sessione invernale di calciomercato andare a colmare la lacuna di una vera prima punta. E’ evidente che il Lecce sia in questo campionato una mosca bianca per budget e possibilità di acquisti, ma sarebbe opportuno intervenire in questo settore specifico per alimentare le possibilità di salvezza.
Alto ruolo dove sarebbe necessario intervenire per migliorare la qualità d’attacco dei giallorossi è sicuramente quello del centrocampista offensivo. In estate era arrivato il polacco Marchwinsky, pagato 3 milioni di euro, ma quello che avrebbe dovuto divenire il crack sulla trequarti gottiana si è trasformato nella terza scelta nelle gerarchie di Giampaolo. Prima di lui Rafia, un ragazzo dai piedi buoni e che sta dando il suo massimo, ma che ha dei limiti evidenti per la categoria. Troppo lento e compassato per illuminare il gioco offensivo. Alle spalle del tunisino Helgason, un altro calciatore dai piedi raffinati e di talento naturale, ma che ha dei limiti al punto che era stato ceduto in B tedesca lo scorso anno e messo fuori lista ad inizio stagione. Il Lecce può davvero permettersi di provare a salvarsi con la coppia Rafia – Helgason in un ruolo così importante per lo sviluppo del gioco? Ci sembra davvero poco.
La rosa è sì lunga, ma ha troppe lacune, soprattutto per il calcio che vuole Giampaolo. Berisha, assente nelle ultime due partite, sembra l’unico che può incidere nel proporre calcio a centrocampo e se Ramadani non dovesse trovare più spazio nelle scelte tecniche, allora sarebbe anche opportuno scambiarlo per un elemento che possa essere l’alter ego del giovane albanese.
Siamo ancora in tempo per rimediare e permettere a Giampaolo di dimostrare che il suo credo calcistico non sia solo possesso di palla, ma anche fatto di verticalizzazioni e finalizzazioni. L’arrivo di Karlsson dal Bologna è eloquente di come il club sia consapevole che questo gruppo necessiti di maggiore qualità dalla cintola in su, ma non basta. Anche perché gli scontri diretti sono incombenti e la classifica non sorride come nelle precedenti stagioni.
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