TORRE SAN GENNARO – Non c’è pace per la marina di Torre San Gennaro, e soprattutto non c’è pace per i residenti di questa zona che da tempo si trovano a dover affrontare diverse problematiche legate prevalentemente alla sicurezza e al lavoro. In primis sono diversi i punti in cui si notano una certa incuria e una evidente scarsa manutenzione dell’area, con il rischio di danni fisici ai pochi che ancora vi risiedono. A ciò si aggiunge l’allarme criminalità: nell’ultimo periodo o malviventi hanno avuto vita facile riuscendo a rubare tranquillamente più di qualche imbarcazione, complice la poca illuminazione pubblica e l’assenza di controlli e telecamere di vigilanza. Un gioco da ragazzi, insomma, quasi come rubare una caramella al supermercato.
Situazione che sfocia nell’assurdità di una Zona a traffico limitato quasi perennemente attiva, istituita inizialmente per preservare il centro storico, ora frequentato dai pochi che riescono a transitarvi, con il conseguente svuotamento delle attività lì presenti che devono fare i conti con una clientela sempre meno numerosa.
Ma le questioni legate al lavoro a Torre San Gennaro non finiscono qui. Sono mesi che i pescatori locali non possono più svolgere la loro attività poiché il Comune di Torchiarolo che presiede la marina ha chiesto loro di liberare il porticciolo dalle loro barche per via di lavori di riqualificazione prima avviati e poi sospesi a causa dei gravi ritardi dell’azienda a cui erano stati affidati, talmente gravi da far “restituire” allo stesso Comune i finanziamenti ottenuti dall’Unione Europea per suddetti lavori. I pescatori sono disperati, costretti ad affrontare le grosse difficoltà sia nel trovare un altro porto sia nel cercare di sopravvivere economicamente per sostenere le loro famiglie a cui diventa sempre più arduo garantire un futuro.
Per questo, in questi giorni, i residenti, con in testa i pescatori hanno avviato una protesta, per denunciare i loro problemi e chiedere a gran voce sostegno da parte dell’amministrazione. Hanno appeso striscioni che esprimono il loro disagio e ogni giorno cercano di attirare l’attenzione delle istituzioni, da cui si sentono abbandonati. Una lotta, che si spera, riesca finalmente a calmare le acque di una mare sempre più agitato.
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