COPERTINO – Sarà completata entro il 2023 Masseria La Tenente, salvo complicazioni burocratiche che non mancano mai, avverte la sindaca Sandrina Schito in fascia tricolore (“in realtà la indosso solo nelle occasioni istituzionali, ma oggi sono molto emozionata”); quelle stesse complicazioni da pandemia, per esempio, che hanno bloccato il progetto di recupero per due anni. E per festeggiare il ritorno della struttura alla comunità di Copertino, aggiunge il direttore della Caritas diocesana Nardò-Gallipoli, don Giuseppe Venneri, arriveranno in città anche le spoglie del Beato Rosario Livatino: per dare un’idea dell’importanza di un progetto come quello per il recupero della Masseria La Tenente, in agro appunto di Copertino. Struttura che diventerà un polo di aggregazione sociale non solo per la città, “una comunità inclusiva aperta non solo ai copertinesi, ma a chiunque voglia condividere un percorso di crescita collettiva come questo”, spiega ancora la sindaca Schito.
La Masseria, una volta ristrutturata in gran parte – grazie a un finanziamento regionale di un milione di euro chiesto e ottenuto dal Comune di Copertino – e affidata alle cure della Fondazione “Fare oggi”, sarà destinata a ospitare iniziative per tutte le età, in primis progetti didattici di agricoltura sociale in senso molto ampio. Si lavora infatti per capire se sarà possibile avviare un’attività di ristorazione che preveda l’inclusione lavorativa per soggetti fragili, se si potranno recuperare i pozzi irrigui e se si potranno impiantare eventuali colture stagionali, “per attività didattiche ma anche per rifornire le nostre mense”, ha aggiunto ancora stamattina, nella conferenza stampa di presentazione dell’avvio lavori, don Giuseppe Venneri. E poi, magari, si potrà realizzare un altro progetto simbolo di speranza: il recupero della vocazione olivicola di un pezzo di territorio, “come già fatto a Galatone, dove abbiamo già messo a dimora 500 piante di leccino”.
Il tutto in sinergia con un’altra novità importante per il territorio copertinese: l’apertura, in zona Lago Rosso, di un emporio della solidarietà dove le famiglie in stato di bisogno potranno procurarsi direttamente ciò di cui hanno bisogno, “perché i poveri non si vergognino e la città non si vergogni di loro”. “Una giornata importante, questa, per Copertino e tutta la comunità”, ha esordito in apertura di conferenza stampa la sindaca Sandrina Schito. “La legalità e la trasparenza debbono essere una scelta di campo, un costume diffuso, e per questo abbiamo deciso di dare corso a questo progetto per il quale ringraziamo sia la Regione che la Diocesi e il nostro Vescovo. Non è stato semplice, ma abbiamo scelto di dare corso a questo intervento di recupero perché la comunità ha bisogno di esempi e di simboli. Di regole: che vanno rispettate anche se non ci piacciono. La Masseria La Tenente diventerà un luogo aperto a tutti, un presidio di quella convivialità delle differenze e dei valori di cui parlava don Tonino Bello, un luogo di crescita della comunità. Che deve fare tesoro di questi momenti: perché ci si può sfidare sulle piccole cose quotidiane”, ha concluso la sindaca Schito, “ma ci si deve far trovare uniti sulle cose importanti”.
La sindaca ha inoltre ringraziato il dirigente dell’area tecnica del Comune Fabio Minerva e il responsabile unico del procedimento Francesco Calasso che hanno partecipato alla co-progettazione. Affidataria dei lavori, invece, la “Guida costruzioni”. “Un nuovo “volo” per la nostra città”, ha aggiunto il presidente del Consiglio comunale Cosimo Lupo, “un modo per dare attuazione al motto dei nostri padri fondatori: Conventio Populorum”, ha aggiunto il consigliere comunale Gianluca Polo, seguito dal vicepresidente della Provincia Antonio Leo: “Legalità, inclusione, partecipazione sono valori che ci piacciono: se servirà ci saremo anche noi”.
Masseria La Tenente, un progetto di antimafia sociale su cui la Regione Puglia lavora da tempo, ha ricordato Annatonia Margiotta, responsabile degli interventi per la diffusione della legalità e Sezione sicurezza cittadino: in due anni sono stati spesi 37 milioni di euro per interventi in materia. “Nonostante il processo di sequestro e confisca dei beni alla criminalità organizzata sia piuttosto lungo, i risultati sono incoraggianti”, ha spiegato la funzionaria regionale. “E quando le risorse terminano, facciamo accordi con il Ministero dell’Interno per consentire ai Comuni di accedere ad ulteriori risorse. Perché il contrasto alle mafie passa anche e soprattutto attraverso i simboli: in questo la Regione Puglia crede fortemente, per vincere la battaglia occorre colpire i criminali nel patrimonio”.
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