di Tonino Rosato, sindaco di Salice Salentino
Ieri sera l’assessore Iolanda Verdesca è stata aggredita verbalmente mentre faceva ritorno a casa e percorreva a piedi via Maria Cristina di Savoia insieme ad altre persone.
Non mi sento di fare premesse e preamboli, ma di andare dritto al punto di un’altra pagina assurda, inconcepibile, vergognosa di queste ultime settimane. Insulti e minacce sono stati proferiti all’indirizzo di Iolanda da alcuni familiari di un candidato sindaco, nei pressi del comitato elettorale dello stesso. Un tentativo, fallito, di provocare e far degenerare la situazione, che l’assessore e chi la accompagnava non hanno colto, scegliendo lo stupore prima e il silenzio poi. Preferendo andare via.
Ma quanto accaduto in pubblica via non è sfuggito agli occhi e alle orecchie di tanti cittadini di Salice Salentino che si trovavano a passare. Ed è stato peraltro documentato. Non già perché si debba rispondere alla violenza con la violenza, ma per serbare memoria di quanto da settimane sta avvelenando la nostra comunità consegnandola ad una retrocessione morale senza precedenti. Minacciare una persona, una donna “solo” perché avversaria politica è cosa che si qualifica da sola. In una comunità in cui ci conosciamo tutti dalla nascita, conosciamo le famiglie di appartenenza, la storia di ognuno di noi, che ci inchioda alle nostre responsabilità e alla verità, non si può mentire con le parole e i comportamenti lo dimostrano.
E non bastano minacce, urla, mistificazioni, violenze e toni esacerbati per cancellare la storia di ognuno. Perché la nostra storia è lì che ricorda a noi e a tutti i cittadini di Salice chi siamo. È anche complicato scrivere queste righe pubbliche di solidarietà. Farlo espone al rischio di gettare benzina sul fuoco di un incendio già in atto per mano di piromani della #democrazia e del #confronto civile. Non farlo significa però fare passare un episodio di violenza, l’ennesimo, per una inezia – e non lo è! E allora no.
Scelgo da Sindaco di questa comunità, da uomo e da Tonino Rosato, di non tacere. Esprimo totale solidarietà a Iolanda Verdesca, augurandole di preservare la mitezza e il sorriso che la contraddistinguono, tanto più in questi giorni, a poche giorni dal suo matrimonio. Perché vedete, grazie a Dio c’è chi col sorriso sulle labbra si impegna a costruire, nonostante ci sia qualcuno che, digrignando i denti, si riempie le vene di odio.
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