Sconfitta amara per il Lecce che si fa rimontare nel secondo tempo dall’Empoli, ormai pago del primo posto, e dice addio alla possibilità di agguantare il terzo gradino in classifica, cosa che avrebbe garantito di giocare i playoff da favorita. La squadra giallorossa è durata un tempo, poi è crollata e ha palesato limiti in fase di impostazione e in uomini fuori condizione, anche quelli entrati nella seconda frazione e che avrebbero dovuto dare sulla carte energie nuove.
Prima del fischio d’inizio c’è curiosità per questa gara visto che Corini decide finalmente di operare un cambio tattico rispetto al classico modulo con il trequartista, usato per tutta la stagione. La squadra è schierata con un equilibrato 3-5-2 più usuale agli uomini della rosa giallorossa e più consono al momento vissuto dal Lecce dove la condizione fisica non è sicuramente perfetta. In difesa giocano Pisacane, Dermaku e Meccariello, mentre sull’out di destra si rivede Paganini.
Il nuovo modulo sembra giovare ai giallorossi che sono più vicini sul campo e riescono a contrastare il pur forte centrocampo dell’Empoli, sceso sul terreno di gioco con la formazione tipo, anche se ormai sicuro della promozione. Brividi per entrambi i portieri non se ne corrono per i primi venti minuti, poi, alla prima vera occasione, è il Lecce a passare. Al 24’ Gallo riceve palla sulla trequarti a sinistra e si inventa un lancio in area sul settore opposto. La palla viene incornata da Paganini che la rimette in centro dove Rodriguez la manda in porta per l’1 a 0.
I giallorossi nel prosieguo del match provano a controllare il ritorno dei toscani, facendosi vedere ogni tanto dalle parti di Furlan. E’ però l’Empoli a rendersi pericoloso in chiusura di frazione. Un tiro di Stulac da fuori area termina di poco a lato di Gabriel, rimasto immobile. Poi negli ultimi minuti di gioco, La Mantia (due volte) e Mancuso graziano il Lecce. Clamorosa soprattutto la prima occasione capitata all’ex bomber giallorosso che cicca un tiro da posizione favorevole con la difesa di Corini rimasta completamente ferma. Nelle due successive, invece, è bravo anche Gabriel ad evitare il pareggio.
Ad inizio ripresa il portiere del Lecce non è esente da colpe su di un colpo di testa proprio di La Mantia, lasciato libero di concludere. La sua respinta è goffa e la palla varca lentamente la linea per il pareggio dei toscani con l’attaccante che chiede scusa ai tifosi giallorossi, non esultando.
Il Lecce ha un sussulto con una conclusione di Nikolov prima del quarto d’ora, ma il giocatore macedone prende in pieno il palo alla destra di Furlan. Dall’altra parte l’Empoli schiaccia il pedale dell’acceleratore e Gabriel inizia a tremare. Al 67’ Corini decide di mandare in campo il suo centrale titolare Lucioni, ma il giocatore dopo 30’ dimostra la sua condizione totalmente inadeguata al momento facendosi irridere da Matos. L’attaccante empolese lo supera senza problemi e così può trovarsi solo davanti a Gabriel che non può nulla davanti al suo rasoterra.
Lo svantaggio non scuote il Lecce e neppure il risultato di Monza, con la sconfitta dei padroni di casa che avrebbe spalancato le porte del terzo posto ai giallorossi, ma solo in caso di vittoria. Invece, il Lecce non crea alcun pericolo sino al 90’, poi Stepinski fallisce il suo decimo sigillo stagionale, mandando sopra la traversa un colpo di testa che era più difficile sbagliare. Così la gara termina con il successo dell’Empoli e l’ennesima sconfitta degli uomini di Corini, la terza in quattro incontri.
Il Lecce è cotto, lo si sapeva ormai da qualche giorno, ma si sperava che il turnover e le maggiori motivazioni contro una squadra ormai satolla, avrebbero potuto regalare un sorriso a dei tifosi che giorno dopo giorno credono sempre di meno nelle possibilità di promozione.
Se la squadra dovesse presentarsi in queste condizioni contro la vincente di Venezia-Brescia, le possibilità di passare il turno sarebbero ridotte al lumicino. Corini sembra non riuscire più a guidare sui giusti binari un gruppo pieno di giocatori importanti, ma che avrebbero bisogno di una sferzata psicologica oltre che di una condizioni fisica migliore. Il tecnico fa quasi tenerezza in panchina mentre cerca di spronare i suoi, ma probabilmente ci vorrebbe altro per riprendere le redini della squadra. Anche perché in sei giorni non si fanno miracoli e questo Lecce sembra ormai in caduta libera.
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Lecce, quanti rimpianti. Anche il terzo posto vola via
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