“Che barba, che noia! Che noia, che barba!” era solita dire Sandra Mondaini in Casa Vianello.
E lo abbiamo pensato anche noi guardando la seconda serata del 71° Festival di Sanremo, nonostante i notevoli spunti di discussione, anche molto interessanti: ad esempio, abbiamo “velatamente” capito che al Festival piacciono le giacche e i completi, possibilmente color pastello o fluo.
Che Fiorello legge assiduamente i commenti su Twitter, e che i palloncini non sono sempre una buona idea.
Comunque, siamo passati a parlare da lato b a lato a (e non quello delle vecchie musicassette), ci siamo commossi con la Laura Pausini nazionale, reduce dalla vittoria ai Golden Globes per la migliore canzone originale “Io sì/Seen”, colonna sonora del film con Sofia Loren “La vita davanti a sè”. Laura ci ha anche regalato uno dei meme più belli dell’anno; ormai non serve che ci impegniamo sul web, ce li regalano.
Agrodolce il ricordo del maestro Ennio Morricone, con il figlio Andrea che ha diretto l’orchestra in alcuni capolavori musicali del cinema. Il Volo ha partecipato all’omaggio, breve ma intenso.
Il rosso abbiamo capito che è il colore dell’anno per le donne: Elodie è di una bellezza mozzafiato, ma appare un pò impacciata come presentatrice. Nonostante questo è fresca e diretta e non ha paura di sbagliare e migliorare. Certo, vestirla di tulle rosso a forma di cuore (stile spugnetta per il bagno) non le rende per niente giustizia. Delizioso il suo medley con coreografia in pieno stile Jennifer Lopez.
Da pugliesi poi, ci ha commosso e inorgoglito quando ha parlato della sua infanzia, e di come il musicista salentino Mario Tre sia stato colui che ha creduto nel suo talento, quando non l’ha fatto lei.
Variopinto raperonzolo Achille Lauro, con il suo quadro musicale cita Tarantino insieme a Claudio Santamaria e Francesca Barra.
Momento tradizionale da karaoke sul divano (almeno per noi) con i brani di Fausto Leali, Marcella Bella e Gigliola Cinquetti.
Non abbiamo ancora scelto il picco trash della serata: se Gigi D’Alessio che canta trap in napoletano dopo la mezzanotte o il costume da tacchino con cui Fiorello ha inaugurato la puntata.
E’ un festival lento, che lancia degli spunti importanti come il caso di Alex Schwazer e delle sue vicissitudini con la giustizia italiana (e quella sportiva), ma ad un orario improponibile per poter ricevere l’attenzione che merita.
Il siparietto con Ibrahimovic poi, sta diventando sempre più una minaccia nei nostri confronti; e tra improvvisazioni di Fiorello fra i musicisti e sketch lunghissimi non richiesti, parliamo delle canzoni.
Tutto sommato abbiamo ascoltato di peggio…e di meglio. C’ è qualcuno che spicca, ma per la maggior parte sanno “di già sentito“.
Tra i giovani passano Wrongonyou e Davide Shorty, molto apprezzati sul web, mentre la gara dei big è inaugurata dalla meravigliosa Orietta Berti che vestita interamente di paiettes, entra in scena e subito mette al suo posto Fiorello che sbaglia a far di conto. Sicura e precisa, a 77 anni ha una voce invidiabile e decisamente più intonata dei giovanissimi. Porta una canzone “vecchio stile”, non ci si poteva aspettare altro e va benissimo così. Poi, visto la grandezza dei suoi anelli, meglio non farla arrabbiare.
E’ tornato Bugo! Finalmente ha cantato una canzone per intero senza rischiare riscritture dell’ultimo momento (mentre in queste ore Morgan ha pubblicato sui social la versione completa di “Le brutte intenzioni”. E’ uno che non porta rancore); certo, ci chiediamo ancora il perchè di quel completo marrone con maglietta della salute bianca, ma almeno quest’anno non dobbiamo preoccuparci di cercarlo.
La giovanissima Gaia è pronta per l’ennesimo successo estivo, mentre parliamo per un attimo de Lo Stato Sociale. Lo sappiamo che il loro stile è fare musica divertente e sopra le righe, ma scoprire che praticamente tutti i componenti del gruppo, cantino meglio del frontman Lodo, è forse la cosa più surreale dell’esibizione.
La rappresentante di lista porta colore fluo e grinta sul palco, con una canzone molto orecchiabile, mentre Ermal Meta ha deciso che vuole vincere quest’anno: un brano semplice ed emozionante dei suoi, pronto per le radio.
Malika Ayane con uno stile un po’ alla Lady Gaga non convince, mentre ha stupito il brano di Willy Peyote.
Extraliscio e Davide Toffoli sono la quota sveglia della serata, grintosi nel loro brano folk; restiamo notevolente sorpresi da Random…ma non in senso positivo. Fulminacci è stata una scoperta più interessante invece: a metà fra indie e puro cantautorato italiano, percepiamo del buon potenziale da questo giovanissimo ragazzo.
Irama, che partecpa grazie al video registrato durante le prove a causa di alcuni contagi Covid nel suo staff, è diventato il beniamino dei commentatori stranieri (perchè sì, Sanremo lo vedono all’estero in quanto dal Festival viene scelta la canzone per l’Eurovision Song Contest, una delle kèrmesse canore più seguite del mondo).
Infine Gio Evan in pantaloncini, canta delle sue piccole cose: niente di nuovo insomma.
In classifica primeggiano Ermal Meta e Irama, e noi sfiniti tiriamo le somme della serata: la noia è forte e qualche momento di commozione e di involontario trash, non riesce a farci arrivare a fine nottata incolumi. E’ un brutto Festival? Nì.
Più che altro per ora è “medio”: non ci sono picchi di bruttezza, ma neanche di bellezza. Non ci resta che sperare che la serata delle cover di regali delle perle: noi puntiamo su Gio Evan che canta “Gli anni”, brano degli 883, con i partecipanti di The Voice Senior.
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