Un pareggio amaro quello del Lecce contro il Pescara, scaturito per un gol in netto fuorigioco del pescarese Busellato quando si stava giocando il primo minuto dei quattro di recupero finali. I giallorossi possono solo fare “mea culpa” per come hanno gestito l’ultima mezz’ora di fronte ad un Pescara modesto. Davanti ad un atteggiamento rinunciatario, gli abruzzesi hanno preso coraggio supportati anche dagli errori evidenti nei cambi proposti da Corini, colpevole questa volta di aver tolto Coda, unico uomo che poteva mantenere alta la squadra. L’ultimo quarto d’ora, così, è stato un assedio del Pescara con Gabriel autore di un intervento strepitoso, prima della capitolazione, avvenuta però in una azione viziata da un evidente posizione di fuorigioco.
La squadra di Corini ha dunque perso gli ennesimi punti per colpa arbitrale, ma ha anche dimostrato di non saper gestire i vantaggi, come è occorso sovente in questo campionato. Il Lecce è ancora verde come la maglia sfoggiata oggi in uno stadio sempre ostico ai colori giallorossi e che nuovamente non l’ha visto uscire con un pareggio.
Corini ripropone l’undici iniziale che aveva vinto domenica sera contro il Cosenza e nella prima parte di gara il Lecce detta i ritmi, abbassandoli quando serve e provando a farsi vedere dalle parti di Fiorillo. Lo studio dei giallorossi è premiato al 37’ quando, dagli sviluppo di un corner respinto proprio dal portiere abruzzese, Coda prende palla sulla destra e crossa. Sul secondo palo è bravo Meccariello a fare da sponda di testa per Maggio che in girata realizza un gol favoloso, il primo nella sua avventura salentina. Sembra quasi uno scambio di favori visto che era stato l’ex esterno della Nazionale a servire l’assist per Meccariello nel terzo gol contro il Cosenza.
Sul punteggio di 1 a 0 si va all’intervallo e anche ad inizio ripresa il Lecce è in chiaro controllo del match. Purtroppo però la squadra leccese ha il difetto di non chiudere i conti e così, con il passare dei minuti arretra il baricentro. L’entrata in campo dell’ex Salernitana Giannetti, poi, crea ancora più grattacapi alla difesa giallorossa che regge solo per le prestazioni super di Lucioni e Hjulmand, sempre accorto in fase di chiusura.
Al 66’ arriva un triplo cambio di Corini che toglie Coda e inserisce Pettinari e a centrocampo manda in campo Maselli e Mancosu per Henderson e Majer. L’uscita di Coda (non in forma, ma sicuramente con l’esperienza giusta per impensierire gli avversari in contropiede) fa arretrare ancora di più la squadra visto che Mancosu è lontano parente di quello ammirato tante volte e Pettinari non riesce ad entrare nel match contro il suo ex club.
Si arriva così all’ultimo quarto d’ora di gara, quando Gabriel deve superarsi per opporsi ad una conclusione di Odgaard, ma nel quale tutta la difesa sembra ballare troppo. Il fortino cede al novantesimo, un film già visto diverse volte questa stagione. Tutto nasce da una punizione dai trenta metri fischiata per una evidente ingenuità del giovane Maselli. Il Pescara effettua uno schema e la palla giunge per un rimpallo sui piedi di Busellato. Il centrocampista è in fuorigioco, ma l’assistente non alza la bandierina pur in ottima posizione, e così può segnare la rete del pareggio.
Il fischio finale lascia così l’amaro in bocca e decreta in modo inesorabile come il Lecce sia ancora una grande incompiuta di questo torneo. La sfortuna e le decisioni arbitrali contro avranno anche il loro peso, ma questa squadra sembra lo specchio di un tecnico che non ha saputo far fare il salto di qualità sia in termini di gioco sia in termini di cattiveria agonistica nei momenti in cui una grande squadra deve saper far suoi i tre punti.
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