Lo si aspettava da settimane e finalmente il Lecce ha brindato ai tre punti interni. Non era facile battere il Cosenza, sconfitto lontano dal San Vito in questo torneo solo due volte sino a domenica, ma la squadra di Corini ci è riuscita con una prova attenta come sono state finalmente le valutazioni arbitrali.
Dopo i clamorosi torti subiti in diverse gare precedenti, basti pensare al rigore e all’espulsione per Coda contro la Reggina oppure al fuorigioco chilometrico non segnalato in occasione del primo gol del Brescia, finalmente la terna arbitrale si è rivelata all’altezza di una partita del secondo campionato italiano professionistico e questo ha permesso che la prova dei giallorossi non venisse alterata.
Sarebbe facile pensare che il motivo di tale considerazione per l’arbitro sardo Giua sia dovuto al fatto che ha assegnato ben due rigori ai giallorossi, ma la valutazione sulla direzione va al di là delle massime punizioni concesse e tocca anche episodi che sono risultati apparentemente sfavorevoli al Lecce nell’arco dei novanta minuti. Partiamo proprio da questi per capire come Giua si stia rivelando uno dei migliori fischietti giovani presenti nel panorama arbitrale.
Al 10’ il rigore fischiato su Rodriguez, per un intervento scomposto di Legittimo quando il calciatore spagnolo si trovava solo davanti al portiere calabrese, ha fatto gridare al cartellino rosso per il difensore. Se l’intervento fosse avvenuto lo scorso anno, ci sarebbe stata l’espulsione per Legittimo, ma quest’anno è stato deciso di non punire con il rosso gli interventi da rigore che sono falli “onesti”, nei quali il difensore cerca di prendere il pallone e non vuole commettere volontariamente fallo. La scelta di Giua è stata perfetta anche al 35’ quando Idda nel tentativo di rinviare un cross di Gallo, ha calciato il pallone sul suo braccio largo. Anche qui in molti avrebbero voluto il rigore per la platealità del tocco, ma il fischietto sardo ha rispettato il regolamento facendo continuare il match.
E arriviamo al minuto 76 quando Mancosu si è incuneato in area e si è procurato il secondo rigore di giornata per i giallorossi. Le immagini rallentate della produzione televisiva davano l’idea che l’intervento di Sciaudone fosse arrivato sul pallone e quindi che il penalty fosse stato più che generoso. Ed invece, se si analizza il comportamento del centrocampista ex Bari, si nota come questi sia stato negligente e meritevole della massima punizione secondo il regolamento arbitrale. Sciaudone, infatti, per prendere il pallone colpisce Mancosu sul polpaccio e, dopo il tocco sulla palla, continua la sua scivolata travolgendo il trequartista leccese. Decisione quindi corretta che va a rendere ottima la prova di Giua che ha fischiato il rigore senza esitazione.
Il gol conseguente a questo episodio ha sbloccato il Lecce e la felicità di gruppo nell’abbracciare Meccariello, quando il punteggio ha preso i connotati del 3 a 1, può essere la luce per illuminare un percorso verso la promozione ancora impervio, ma non impossibile. Il Lecce non sta giocando benissimo, ma pian piano la squadra si sta assestando con gli innesti di gennaio. Il mix tra giovani e senatori potrebbe essere potenzialmente devastante in campionato, anche se per capire dove potrà arrivare il Lecce quest’anno saranno fondamentali i prossimi tre impegni. Contro avversari alla portata dei giallorossi (Pescara, Entella e Reggiana) sarà fondamentale vincere tutti e tre gli incontri per dare l’abbrivio giusto in vista del rush primaverile.
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