“È la quinta volta che giuro sulla Costituzione ed è come se fosse la prima.
La maggioranza, con umiltà, ha colto il risultato di rimediare al principale vulnus della precedente legislatura, che era quello di non avere eletto donne in Consiglio regionale. La seduta di oggi è storica soprattutto perché per la prima volta la Puglia ha una presidente del consiglio regionale donna.
Sulla questione dell’ILVA abbiamo discusso dell’alternativa tra la decarbonizzazione degli impianti e la chiusura dell’area a caldo. Ribadisco, se l’Ilva non fosse mai esistita, Taranto oggi sarebbe una città importantissima. Invece, oggi è solo un’acciaieria importantissima, e c’è una bella differenza. Noi vogliamo che Taranto sia una città importantissima. Quindi, se il Governo, e lo dico con tutta la delicatezza del caso, sta in queste ore chiudendo un accordo del quale ancora io non so nulla, come non sanno nulla il Sindaco di Taranto e i Sindaci dell’area metropolitana, se decidono di chiuderla e ci danno le risorse per farlo, saremmo tutti contenti. Se decidono di chiudere l’area a caldo, e ci garantiscono le risorse, a noi sta bene. Se invece decidono di lasciarla com’è, noi non consentiremo mai la ricostruzione di AFO5, AFO1 e AFO2 con il ciclo integrato. Siamo disponibili, al massimo, ad accettare la decarbonizzazione di questo impianto. Noi abbiamo bisogno di una visione comune sull’Ilva.
Il nuovo Piano regionale integrato dei trasporti è uno dei punti oggetto di discussione programmatica con il Movimento 5 Stelle, un piano che sia orientato alla mobilità sostenibile incentivando la mobilità elettrica con l’installazione di duemila nuove colonnine per la ricarica dei veicoli, ampliando la rete delle ciclabili. Abbiamo un accordo con ENEL sulle smart grid esattamente in questa direzione, progetto che può essere ampliato e moltiplicato anche con altre aziende, perché è noto che le reti ciclabili della Puglia stanno aumentando. E noi investiremo sempre di più. Vogliamo trasformare la parola “rifiuti” in parola “risorsa” e vogliamo ridurre tendenzialmente a zero i rifiuti da conferire in discarica, confermando il “no” ai termovalorizzatori e costruendo un sistema regionale fondato sull’impiantistica pubblica, finalizzata al riciclo e al recupero della materia, in grado di assicurare la piena autosufficienza e la sostenibilità del nostro sistema regionale. Anche su questo punto c’è una coincidenza tra il nostro programma e quello del Movimento 5 Stelle. Abbiamo investito moltissimi soldi sul riuso delle acque, sul potenziamento dei nuovi depuratori. Abbiamo il mare più pulito d’Italia grazie a questi investimenti. Dobbiamo tutelare le coste e il mare. Vogliamo diventare anche più competitivi.
Vogliamo che la Puglia sia giusta dal punto di vista sociale nella sicurezza e nella legalità. Potremo finalmente realizzare l’agenzia dedicata alla memoria di Stefano Fumarulo e credo che tutti i parenti delle vittime di mafia che aspettano l’attuazione di quella legge ci daranno una mano. È prioritaria la lotta alla diseguaglianza. Il Reddito di cittadinanza e di dignità dovranno integrarsi, utilizzare le loro specificità. Ovviamente welfare, salute, istruzione, lavoro, casa sono cose che si devono integrare tra loro. Abbiamo approvato anche una legge sui caregiver.
Nei prossimi cinque anni vorremmo anche consentire più facilmente il rientro in Puglia dei nostri ragazzi. Vogliamo prevedere un bonus casa, finalizzare i nostri contributi e sostegni alle imprese, in modo tale che stimolino questo rientro di personale non necessariamente intellettuale. Il programma regionale “Giovani Protagonisti”, che stiamo costruendo, è un vero passaporto di opportunità. Le politiche attive del lavoro hanno bisogno di una struttura organizzativa più forte.
Speriamo di poter implementare – e dobbiamo farlo in modo progressivo – i presìdi territoriali assistenziali. Tutto questo cammina sulle gambe del nostro personale sanitario: per quanto ci stiamo sforzando di fare nuove assunzioni, c’è però un limite tecnico, perchè non riusciamo a trovare figure professionali come anestesisti e medici, tant’è che ci stiamo rivolgendo anche a Paesi esteri per cercarli. Rimane il fatto che stiamo giocando un partita con meno giocatori, a parità di abitanti la Puglia ha 15mila addetti in meno nella sanità rispetto ad altre regioni. Ad agosto abbiamo dovuto recuperare tutti i budget di salute ordinaria che il Covid aveva sospeso. Quindi, quelle stesse persone hanno riaperto tutti i reparti ordinari e, approfittando della tregua che il Covid ci ha dato, hanno cominciato a curare le altre malattie. Oggi ci troviamo di fronte all’ondata successiva che si sta verificando, un’ondata dodici volte più alta di quella di marzo e aprile per numero di contagiati e per problematiche sanitarie annesse. Il raddoppio delle strutture sanitarie sembrava un orizzonte pazzesco. Il nostro Piano arriva a quattro. E speriamo che basti, perché nessuno ci dice qual è il giorno del picco.
Abbiamo approvato una delibera strategica che riassume tutto quello che stiamo facendo, dà l’indirizzo a tutte le strutture. In sintesi, nei prossimi cinque anni noi vogliamo andare avanti con la stessa voglia di batterci, di non arrenderci. Lo slogan “La Puglia ce la fa”, è una constatazione di quello che è avvenuto in questi mesi. L’abbiamo declinata al presente, perché per farcela ci vuole un impegno, una capa tosta, una determinazione, nell’affrontare i problemi, che non può essere solo del Presidente o della Giunta o della maggioranza, ma dobbiamo metterla insieme. In questo momento c’è bisogno della massima forza possibile. Avere omogeneità tra Governo nazionale e Governo locale dà questa forza ed è un’idea positiva. Vediamo se funziona, vediamo se andrà bene.”
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