LECCE – “Non solo Covid – La fase 2 dei monitoraggi del progetto Minore nel corso dell’emergenza sanitaria”. E’ questo l’emblematico titolo del meeting – rigorosamente online – voluto dal dottor Giovanni De Filippis, direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl Lecce.
L’obiettivo dell’evento svoltosi oggi nella giornata di ieri, era quello di presentare l’avvio della fase 2 del progetto Minore (Monitoraggi Idrici Non Obbligatori a livello Regionale), con cui la Asl Lecce ha inteso aumentare il numero e la tipologia di controlli sulla falda acquifera, suoli e matrici alimentari, ponendo particolare attenzione alle aree in cui siano presenti potenziali criticità ambientali legati a centri di pericolo (come ad esempio le discariche) o attività soggette ad autorizzazioni e monitoraggi ambientali. Poco prima della pandemia, durante la presentazione del “Secondo Report Ambiente e Salute in Provincia di Lecce”, lo scorso 26 febbraio, sono stati resi noti i dati incoraggianti della prima fase del progetto Minore che sembrano evidenziare un buon livello di tenuta della qualità delle acque di falda confermando al contempo la necessità di attenuarne lo sfruttamento per le attività agricole ed antropiche. Erano presenti (virtualmente) i consiglieri regionali Loredana Capone e Mario Pendinelli, che hanno evidenziato la necessità di proseguire in questo lavoro di approfondimento delle conoscenze dello stato di salute della falda, dei suoli e delle matrici alimentari a fini preventivi.
“Non penso che la politica si possa disinteressare a questo lavoro di studio a partire dall’acqua – ha dichiarato la consigliera Loredana Capone – È un lavoro che incide anche sulla cultura, ha proseguito. Si tratta infatti di concepire un nuovo modo del vivere e dell’abitare”. “La salvaguardia della risorsa idrica rappresenta una priorità da perseguire anche implementando il riutilizzo delle acque reflue affinate per usi agricoli ed industriali”, ha dichiarato invece il consigliere Mario Pendinelli. “È indubbio che la nostra falda si stia impoverendo per questo ho guardato con attenzione l’attività pregevole di monitoraggio ambientale condotta dal Dipartimento di Prevenzione e ho presentato proposte di legge finalizzate a rendere i monitoraggi sull’acqua più specifici. Con soddisfazione registriamo dati tranquillizzanti ma sappiamo bene che l’attività di prevenzione va potenziata e adattata alle nuove emergenze”, ha concluso il consigliere.
“Questo webinar – ha spiegato il dottor De Filippis – ci ricorda che il Covid non è l’unica problematica con cui siamo chiamati a confrontarci e che il Dipartimento di Prevenzione – così come tutte le autorità preposte alla tutela della salute umana e dei suoi determinanti sociali ed ambientali – non può sottrarsi al proseguimento degli approfondimenti richiesti sulle varie matrici per acquisire le conoscenze utili ad interventi preventivi di altre condizioni patologiche, anche infettive, come il caso dell’ennesima bambina salentina purtroppo deceduta a soli due anni di età nelle scorse settimane per Sindrome Uremico Emolitca (la famigerata Seu). Questa seconda fase del progetto Minore è dedicata ai monitoraggi sulle matrici alimentare di origine animale e vegetale, oltre che ad analisi puntuali della falda acquifera per verificare eventuali contaminazioni conseguenti al mancato allacciamento alle reti fognarie o alla cattiva gestione dei pozzi neri nelle aree rurali non coperte dalla rete Aqp”.
Dell’eziologia della Seu, legata alla contaminazione microbiologica di alimenti (latte e latticini non controllati, carne macinata, germogli freschi o lattughe contaminate) o acque di irrigazione da parte di Escherichia coli (coliformi fecali) produttori di shigatossina, hanno discusso in dettaglio la professoressa Antonella De Donno e la sua allieva Francesca Serio. Seguite dall’illustrazione del doloroso decorso clinico di questa temibile malattia che colpisce soprattutto i bambini, trattata dal responsabile regionale della Rete diagnostico-Terapeutica della Seu. il dottor Mario Giordano con la presentazione di alcuni dati “a disposizione grazie a un protocollo di sorveglianza. “Nel 2020 – ha sottolineati Giordano – si sono verificati 38 casi di segnalazione di enteriti emorragiche di cui 6 casi di vera e propria Seu che, in alcune situazioni, come nel caso della bambina salentina, si sono conclusi purtroppo con la perdita della piccola paziente in maniera tanto repentina da impedirci qualsiasi trattamento intensivo”.
Il direttore della nefrologia pediatrica all’Ospedale Giovanni XXIII di Bari ha quindi ribadito la necessità di sorvegliare e informare i cittadini affinché non si sottovalutino mai le diarree emorragiche nei bambini che devono essere riferite prontamente al proprio medico in modo tale da attivare la rete di sorveglianza regionale facente capo al Policlinico di Bari.
L’attività di monitoraggio sugli alimenti è stata dettagliata dai dirigenti dei servizi veterinari della Asl Lecce insieme al dottor Antonio Parisi dell’Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata e ai dottori Sergio De Pascali e Daniele Tondo, il quale ha anche messo in evidenza la corrispondenza tra l’uso degli antibiotici negli animali e il potenziale passaggio nell’uomo attraverso i prodotti derivati, e il contributo del dottore Roberto Licci del Sian.
A un tema interessante che incrocia la pandemia in corso è stato dedicato l’intervento di Arpa Puglia sugli esiti del progetto Sari (Sorveglianza Ambientale Reflue In Italia), che conferma la sicurezza delle acque reflue in uscita dai depuratori, attestando anche l’assenza di contaminazione da coronavirus Sars-Cov2.
Proprio Aqp, presente col responsabile del comparto analisi, il dottor Pierpaolo Abis, ha evidenziato come da Bari ogni anno si sollecitino tutti coloro che risultano avere un allacciamento all’acqua potabile a fare altrettanto anche per la fognatura (già da anni presente in tutti i Comuni del Salento), comunicazioni che nella maggioranza dei casi rimangono senza esito. Pierpaolo Abis ha ribadito l’importanza degli ordinari monitoraggi e quelli ulteriori previsti dal progetto Minore anche dal punto di vista dell’Acquedotto Pugliese: “Grazie alla collaborazione con la Asl si riesce a garantire ai pugliesi un prodotto di qualità e privo di rischi epidemiologici”, aggiungendo che le contaminazioni ambientali sono cruciali per la prevenzione correlata ai rischi derivanti dallo smaltimento improprio di reflui rilasciati in modo scorretto nell’ambiente e invitando tutti i cittadini raggiunti dal servizio ad allacciarsi alla rete fognaria Aqp e non usare in modo improprio l’acqua attraverso pozzi non autorizzati ad uso umano.
A fine incontro il direttore De Filippis ha anche presentato il Gruppo di Lavoro Permanente interno alla Asl istituito presso il Dipartimento di Prevenzione e denominato “Osservatorio Salute e Ambiente della Asl Lecce” il cui referente è il dottore Prisco Piscitelli che di fatto prosegue l’esperienza della Repol/Csa (rete di prevenzione oncologica leccese e centro salute ambiente), realizzando sinergie multi istituzionali per garantire i Lea sui determinanti ambientali della salute nel Salento.
Mario gallucci
18 Novembre 2020 16:07 at 16:07
Non è vero che tutti comuni del salento sono allacciati alla fogna pubblica.