“Ritengo del tutto improponibile, l’ho detto in ogni sede e voglio dirlo ora anche pubblicamente, pensare a nuove tasse in questa fase, o a ripristinarne di vecchie, o ad attivare come se nulla fosse accaduto i procedimenti esecutivi per riscuotere quelle non pagate.
La situazione economica del nostro Paese è estremamente delicata. Siamo usciti da poco da un lockdown che ha bloccato per mesi l’intero Paese ed i dati dell’epidemia ci fanno temere che saremo costretti ad adottare misure per contenerla che, anche se non saranno così draconiane come quelle dello scorso inverno, comunque impatteranno sulle tasche degli italiani, delle nostre famiglie e delle nostre imprese.
Per questo ascolto esterrefatta chi ancora insiste nel volere nuove tasse come la sugar o la plastic, con impatti negativi sulle imprese del settore e sui consumatori: un pessimo messaggio al Paese. O anche chi sottovoce fa ventilare l’ipotesi di ripristinare una tassa che anni fa il governo Renzi ha mandato in soffitta, quella sulla prima casa. O infine chi presume che ci siano le condizioni per riattivare indiscriminatamente la riscossione coattiva da parte dell’Agenzia delle Entrate dopo la sospensione emergenziale decisa a marzo, riprendendo l’invio di migliaia di cartelle esattoriali come se questi mesi non avessero prodotto gli impatti drammatici che ben conosciamo.
Ancora più inaccettabile tutto questo se si confermasse nelle pieghe della manovra una misura, non condivisa, con l’obiettivo di sconti fiscali per il mondo bancario di importo considerevole.
Questo non è il tempo delle tasse. Questo piuttosto è il tempo di guardare il Paese reale e di sostenerlo negli sforzi enormi che sta facendo. È il tempo di investimenti, di semplificazioni, di sburocratizzazione, di un totale ripensamento della nostra fiscalità. La strada maestra è questa”.
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