FOTO DI DANILO CURRò
RIACE – Tre salentini per sensibilizzare all’accoglienza e all’integrazione. Annibale Gagliani, scrittore e giornalista di San Donaci, Marco Mingolla, regista in erba di San Vito dei Normanni, e il cantautore Luigi Mariano, di Galatone, sono stati tra gli ospiti principali di “Artisti per Riace. Festa di contaminazioni artistico-culturali”, pensato per dimostrare che l’integrazione in Italia è possibile.
L’evento è nato da un’idea dell’associazione La Casa della Poetessa e si è tenuto nel comune calabrese dal 23 al 25 luglio scorsi, mettendo insieme vari personaggi della cultura, molti dei quali pugliesi. Come di origini pugliesi è Daniela Maggiuli, che ha invitato a partecipare all’evento Annibale Gagliani per parlare del suo libro “Romanzo Caporale”. Lo scrittore brindisino ha coinvolto anche i suoi amici artisti Mingolla e Mariano, che con il loro talento hanno raccontato questa esperienza importante attraverso reportages e musica. Insieme a loro anche Danilo Currò, fotografo siciliano con la sua mostra “Black lips” e la performer Diletta Bellotti. “Riace – spiega Gagliani – è un piccolo mondo antico da trasformare in un contenitore d’arte. Siamo davvero contenti di aver rappresentato il Salento in questa manifestazione”.
Ospite di rilievo l’ex sindaco Mimmo Lucano, che i tre giovani pugliesi hanno avuto il piacere di incontrare per condividere un momento importante in cui credevano fortemente. Con lui hanno avuto modo di conoscere famiglie di extracomunitari che, nonostante mille difficoltà, sono riuscite a ricostruirsi una vita in un paesino balzato agli onori della cronaca come modello da emulare per alcuni, da condannare per altri. Simbolica la tavolata con gli spaghetti “antifascisti”, alla quale hanno preso parte i volontari e tutti i protagonisti dell’evento.
“Per me – aggiunge Gagliani – è stato un cerchio che si chiude. Il mio romanzo ha compiuto un percorso significativo, incontrando anche il favore del Ministro Teresa Bellanova e dell’attuale governo, e ora arriva a Riace, di cui accenno in maniera velata proprio nel mio libro. Questo evento è stata un’occasione di scambio di esperienze ed è questo il senso della mia scrittura.”
Puglia, Calabria e Africa, dunque, si sono mescolate in un luogo simbolo della lotta per l’integrazione, tra musica, letteratura, poesia, danza, fotografia. La cultura declinata in tutte le sue forme è diventata uno strumento al servizio del sociale. Nonostante tutto, non è mancata però qualche nota stonata secondo Gagliani, rimasto deluso da alcuni atteggiamenti a quanto pare discutibili: “Il male oggi a Riace sono i pseudoprofessionisti dell’accoglienza che vogliono lucrare e apparire sfruttando il nome di Mimmo Lucano che invece si sporca realmente le mani, salvando la vita a decine e decine di profughi”.
Ma l’esperienza rimane comunque sotto tanti aspetti positiva: “Riace ci ha donato tanto e noi abbiamo ricambiato con ciò che potevamo offrire – conclude Gagliani – Io ho anche composto dei versi poetici in questi due giorni ispirandomi a quello che ho vissuto. E ciò che abbiamo conosciuto lo porteremo in Salento, condividendolo con la nostra terra.”
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