“L’emergenza Coronavirus ha bloccato la quotidianità. Ridotti i contatti sociali e fermate le filiere produttive, stop anche per il caclcio. E se il mondo del professionismo attende notizie certe in merito a una possibile ripartenza, tutto tace attorno a quello dilettantistico. Un universo abnorme e capace di organizzare in un anno 550mila partite sul territorio nazionale.
Al momento non ci sono le condizioni per ricominciare. La salute è il bene primario da salvaguardare, il resto si dovrà gestire in un secondo momento. Prima che arrivasse lo stop della Lnd in vista delle gare del 7 e dell’8 marzo scorsi, la Deghi Calcio aveva deciso di non scendere in campo in quel di San Marco in Lamis, di lì a poco considerata “Zona Rossa” a causa del Covid- 19 in quanto la vita è più importante di qualsiasi risultato sportivo.
È un momento di grande riflessione che deve coinvolgere tutte le parti che ruotano attorno al calcio dei “dilettanti”, La smania di successo e il desiderio smodato di vincere ha portato noi dirigenti a stravolgere le regole del gioco. Si spendono cifre importanti e non in linea con quello che accade attorno a noi, ci sono tanti giocatori che vivono di calcio, le società di Eccellenza e Promozione pretendono le doppie sedute di allenamento e i ragazzi non si possono dedicare a un lavoro normale.
Il calcio dilettantistico deve ripartire da novità importanti. Innanzitutto si deve investire sugli impianti che siano capaci di riportare la gente a bordo campo, si devono debellare gli episodi violenti che pure permangono e la Federazione deve presentare alle società le possibilità di credito agevolato che pure esistono. Detassare le sponsorizzazioni, abbassare i costi di iscrizione e di gestione e valorizzare i settori giovanili e le scuole calcio.
Immagino squadre che si fondano sui calciatori giovani. L’obiettivo non è quello di cercare il risultato nell’immediato ma costruire qualcosa che duri in maniera stabile nel tempo. Nel calcio come nella vita ci sta sbagliare una stagione e retrocedere e poi ripartire. Sarebbe importante se fosse abolita la regola degli Under e fosse inserita quella relativa a un numero massimo di Over da mandare in campo. Del resto – la riflessione credo sia incontrovertibile – l’idea di un torneo Juniores inutile per come è costruito e rappresenti soltanto un costo per le casse societarie. Quegli stessi ragazzi di 18/19 anni dovrebbero essere messi in condizione di disputare i tornei dilettantistici maggiori. Un segnale forte e di rottura con un passato che non possiamo più sostenere. Lo sport, il calcio è palestra importante di crescita impara a fare accettare le regole del gioco, il rispetto degli altri e nutre i sogni. Non facciamo che tutto vada per aria.
Sarebbe opportuno che il Comitato regionale Puglia di Figc/Lnd avesse un ruolo di raccordo con le centinaia di società abbandonate a loro stesse da troppe settimane. Un incontro aperto in videoconferenza ad esempio, nel corso del quale iniziare una discussione necessaria per stabilire modi e metodi della futura ripartenza.”
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