Parte dalla Regione Puglia la prima soluzione di monitoraggio “a casa” dei pazienti costretti alla quarantena per il Covid-19 grazie alla piattaforma di teleassistenza clinica H-Casa, hashtag #accasa.
La soluzione si basa su un duplice livello di assistenza, che interviene su target diversi:
– una web app a uso del cittadino, per procedere ad una prima auto-diagnosi informativa mediante questionario, stabilendo un contatto con il medico di famiglia che, se opportuno, lo ricontatterà per eseguire un pre-triage telefonico;
– un portale web per gli operatori sanitari che consente di analizzare e categorizzare le informazioni fornite dai cittadini in sede di pre-triage per il monitoraggio della sintomatologia, di programmare eventuali interventi domiciliari di supporto specializzato (es. tampone, farmaci e ausili) e, conseguentemente, di attivare il teleconsulto (audio e/o video) e telemonitoraggio;
– dispositivi di diagnostica-strumentale per la trasmissione di dati clinici dal domicilio del paziente in piattaforma.
La prima funzionalità era stata già attivata da Regione Puglia sin dall’inizio dell’emergenza con il modulo online di autosegnalazione tramite sistema informativo sanitario Edotto.
La seconda, decisamente innovativa sul panorama nazionale, oltre a consentire un controllo continuo della malattia presso il domicilio dei pazienti con l’ausilio del teleconsulto e di dispositivi medicali di misurazione (es. saturimetri, ecg, pulsossimetri), permette anche la discussione collegiale tra professionisti sullo specifico caso e la pronta ridestinazione del paziente su strutture sanitarie Covid.
La soluzione è, pertanto, pensata per intervenire in continuità con il modello organizzativo per la gestione dell’emergenza Covid-19, fornendo strumenti a supporto di quelle che le ultime linee guida ministeriali chiamano Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA), del triage telefonico dei cittadini, dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e degli specialisti di patologia.
Il progetto si giova dell’integrazione con il sistema informativo sanitario regionale Edotto e del sistema GIAVA-COVID19 (entrambi nelle cure del Dipartimento Salute e di Innovapuglia) che sin dall’inizio dell’epidemia hanno garantito il monitoraggio epidemiologico dell’infezione – tra i più aggiornati in Italia – con il supporto di data management di AReSS Puglia.
Per il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano “questo sistema nato per l’emergenza ci consentirà di essere più vicini ai pugliesi grazie all’innovazione tecnologica e potrà essere utilizzato in futuro anche per le patologie Non-Covid. A testarlo per la prima settimana saranno i cittadini più fragili, malati rari e pazienti oncologici”.
Per AReSS Puglia, che detiene il coordinamento regionale degli sviluppi nel campo della sanità digitale e che è attrice in diverse progettualità italiane ed europee sul tema, è forse la prova di funzionalità dirimente perché dovrà integrare in corsa professionisti della salute, cittadini e tecnologie avanzate.
“Stiamo passando dall’esperimento alla pratica – dichiara Giovanni Gorgoni, direttore generale di AReSS Puglia – i progetti sperimentali sul tema che stiamo seguendo sono molteplici, vedi Talisman, Gatekeeper, Hospital@Home, TeleDyalisis; questa che presentiamo oggi è la prima traduzione su scala più ampia e per finalità stabili realizzata con il contributo cospicuo di saperi e risorse regionali”.
“L’avvio del monitoraggio a casa – spiega il direttore Dipartimento Politiche per la Salute Vito Montanaro – consentirà il miglioramento dell’assistenza ai pazienti CoVid domiciliati, oltre che ai malati rari. Si aggiunge un altro importante tassello al modello organizzativo al quale puntiamo da tempo che prevede l’assistenza in telemonitoraggio nell’ambito di un progetto che vedrà lavorare in modo sinergico ed evoluto il medico di medicina generale, il pediatra di libera scelta ed il farmacista, tutti con l’obiettivo di assistere in modo agevole e tempestivo il paziente a casa”.
Per l’AOU Policlinico di Bari, che da cinque anni ospita e gestisce il Centro regionale di TeleCardiologia da cui si refertano annualmente quasi 200mila elettrocardiogrammi provenienti dai 400 veicoli del 118, è un’occasione importante per fare un salto di competenza particolarmente decisivo anche per i tempi futuri di minore allarme e su altre tipologie patologiche.
“Da tempo il Policlinico – dichiara il direttore Giovanni Migliore – ha maturato un’esperienza specifica nella telemedicina e con questo progetto consolida un modello di funzionamento agile che, attraverso la continuità assistenziale, consente di prendere in carico i pazienti anticipando il manifestarsi dei problemi clinici. Anche grazie all’utilizzo di professionalità multidisciplinari, traghettiamo l’ospedale ad una versione smart”.
La soluzione è stata sviluppata da Dedalus Italia, primario gruppo industriale specializzato in software clinico sanitario che, tramite i prodotti comunemente impiegati dagli operatori sanitari, gestisce una quota rilevante dei documenti clinici del Servizio Sanitario Nazionale, partner della Regione Puglia sia in HLCM che in Talisman; la sperimentazione rappresenta una inattesa, per quanto parziale, messa alla prova delle architetture tecniche e organizzative messe in piedi sulle due linee progettuali.
Per Giuseppina Annicchiarico, coordinatrice rete malattie rare Puglia: “I malati rari sono in quarantena da sempre e da sempre le famiglie hanno imparato a reinventarsi. Non solo, sono bambini e persone già propense all’innovazione che viene da frontiere anche molto lontane: sperimentazioni di farmaci ed elettromedicali ad altissimo costo, organizzazione della cura a limite tra realtà e creatività che si spinge dall’ospedale al domicilio. Pertanto un ambito di salute pubblica in Puglia di 21mila malati diversissimi tra loro e una rete di alleanza tra associazioni, medici, infermieri, Oss, aziende che rende la rete pugliese ReMaR matura per il lancio di modalità nuove di cura a contrasto dei limiti, delle barriere, della solitudine di chi soffre”.
Oltre alle persone con patologia rara, nella prima settimana, HCasa integrerà i pazienti oncologici positivi al Covid come fortemente voluto dai centri della Rete Oncologica Pugliese e della Rete Ematologica Pugliese e saranno seguiti proprio dai loro specialisti di fiducia per il monitoraggio a distanza delle possibili complicazioni da Covid sulla patologia tumorale.
“La rete oncologica – dichiara il coordinatore Giammarco Surico – è impegnata a garantire anche in emergenza l’assistenza e la cura dei pazienti non solo in ambito ospedaliero ma soprattutto a domicilio attraverso una rete telematica che consentirà il monitoraggio e l’assistenza ai pazienti stessi. Il progetto mira a creare un filo diretto fra paziente e centro oncologico che sicuramente ha finalità cliniche ma anche psicologiche consentendo una vicinanza ed una presa in carico completa”.
Nei giorni scorsi sono state recapitati ad AReSS i primi mille pulsossimetri bluetooth che serviranno per i casi più semplici di telemonitoraggio domiciliare e sono già nella disponibilità dell’Agenzia cento kit più avanzati, una sorta di minilaboratori, da utilizzare per pluralità di pazienti nelle residenze per anziani e pazienti fragili.
Per Ottavio Di Cillo, direttore medico Area EHealth di AReSS: “Il Progetto ha il pregio di dare una visione sistemica e ambiziosa dell’innovazione digitale, e non parziale su geolocalizzazioni di piccole dimensioni, adoperando tecnologie a supporto delle reti cliniche integrate. Siamo in grado, oltre che diagnosticare e seguire i pazienti con infezioni da Covid-19 acclarate e ingravescenti, di fare medicina preventiva ben prima della comparsa dei sintomi. La Control Room offre inoltre soluzioni per monitorare i processi e acquisire dati per aumentare efficienza e sicurezza dell’assistenza sanitaria”.
Entro dieci giorni il sistema si estenderà anche ai pazienti positivi al virus e isolati a casa, con il telemonitoraggio del proprio medico curante.
Il progetto non si ferma alla fase emergenziale. Nelle fasi di rientro dalla pandemia i dati raccolti potranno essere utilizzati sia per studi epidemiologici sia per migliorare le metodologie messe in campo per affrontare il contagio; e le esigenze di “contatto” espresse da fasce particolarmente fragili di cittadini – malati rari e oncologici – potrebbero trovare in questa opportunità in urgenza l’occasione per una prossimità di cura più efficace e più vicina al proprio vissuto.
La soluzione è stata sviluppata da Dedalus Italia e si basa sulla tecnologia derivante, per parte tecnica, dal Contratto di Programma HLCM – Health Life-Cycle Management – del valore di 9 milioni di euro (4 di cofinanziamento regionale) e, per parte organizzativa dal PON Talisman proposto da una cordata di 16 partner italiani ed esteri, tra cui AReSS Puglia, e che si è aggiudicato a metà 2018 9 milioni e 800mila da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca.
Il direttore Gorgoni spiega che nelle settimane scorse la Regione Puglia ha avuto moltissime proposte di sperimentazione gratuita della stessa natura, tutte molte interessanti, da altrettanti attori del settore dell’ICT ma, per ragioni di rapidità decisionale e anche per cominciare a mettere a frutto i risultati del citato Contratto di Programma, ci si è orientati su questa soluzione.
Con una nota della Regione Puglia, nei giorni scorsi, è stata accettata la proposta di sperimentazione che vede AReSS Puglia quale coordinatore tecnico-scientifico del progetto e l’AOU Policlinico di Bari quale soggetto attuatore.
L’adozione del “TH Covid-19 Management System” avverrà, secondo quanto precisa la nota, alle condizioni di gratuità e temporaneità come previste nella proposta di Dedalus Italia e la sperimentazione sarà disciplinata con un apposito atto sottoscritto tra AreSS, il Gruppo industriale e il Policlinico di Bari.
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