Ogni giorno Giorgia – la piccola affetta dalla sindrome di Berdon che si è sottoposta ad un trapianto multi organo – deve affrontare una serie di complicazioni post-trapianto piuttosto importanti. L’ultima biopsia ha confermato l’assenza di rigetto e i medici si reputano molto ottimisti. Il rischio non è da escludere, ma tendenzialmente è improbabile che la terapia antirigetto possa fallire.
L’attenzione dello staff medico al momento è puntata sul continuo sanguinamento dell’intestino e le analisi di controllo hanno confermato uno stato di profonda infiammazione dell’organo. “L’intestino di Giorgia è come una grande foresta distrutta dalle fiamme, ci sono pochissime zone nelle quali i tessuti sono in fase di rigenerazione”, spiega la madre Elisa, nel video-aggiornamento postato su Facebook.
Non c’è farmaco che possa aiutare la ricostruzione del tessuto, è necessario attendere. L’ostacolo più grande è costituito a difficoltà della bimba ad alimentarsi autonomamente. La normale funzionalità gastro-intestinale è l’unico strumento utile alla produzione naturale di nuovo tessuto e alla riparazione di quello danneggiato.
Più preoccupante tra le altre complicanze è l’iperpiressia. Dopo qualche giorno di normalità Giorgia ha di nuovo la febbre alta provocata sicuramente dal grave stato infiammatorio dell’intestino.
Elisa è certa che la figlia non abbia contratto infezioni anche se le analisi non lo confermano. Il suo protocollo sterile per la pulizia e il trattamento dei cateteri, uno dei quali inserito 11 anni fa, non ha mai fallito. Per questo motivo alla richiesta dei manager ospedalieri di testare il suo grado di preparazione in merito, ha reagito incredula. “Sono 11 anni che mi occupo di mia figlia. Sono in grado di gestire molto bene cura, funzionalità e igiene dei cateteri. Lo dimostra il fatto che in tutti questi anni Giorgia non ha mai contratto infezioni di nessun tipo. Nei bambini trapiantati come lei, purtroppo sono all’ordine del giorno perché nelle strutture non sempre vengono applicati i protocolli sterili nel modo corretto. Le mie procedure vengono presentate nei convegni per la loro efficacia. Mi fa ridere e anche un po’ arrabbiare dover affrontare un test per dimostrarlo”.
Una prova che la mamma di Giorgia ha superato brillantemente. “Al termine del test mi hanno addirittura fatto firmare un vero e proprio contratto, che attesta la mia idoneità alla gestione ospedaliera e non della mia bambina”.
Elisa è totalmente concentrata sulla piccola e il suo benessere, continua a rimanerle al fianco e l’aiuta stoicamente ad affrontare la sua complicata quotidianità.
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