LECCE – “Sono orgoglioso di raccontare mio padre e di ricordare tante pagine belle della nostra storia”. Emanuele Salce ricorda così papà Luciano, un’icona del nostro cinema, uomo poliedrico dotato di un’ironia graffiante e di una brillante intelligenza, capace di mettere tutto se stesso sul set e sul palcoscenico. A lui – nel trentennale della sua morte – è dedicato il premo Lù Mière, evento che nelle scorse edizioni ha visto protagonisti noti artisti tra cui Luca Verdone, fratello di Carlo, regista e sceneggiatore di numerose commedie italiane, Stella Gasparri, attrice e doppiatrice, figlia dell’indimenticabile Franco Gasparri, e gli attori Gastone Moschin, Marina Suma, Florinda Bolkan e Paolo Villaggio.
A ritirare il prestigioso riconoscimento è stato Emanuele Salce. Assistente alla regia di nomi importanti come Dino Risi e Ettore Scola, negli anni 2000 diventa attore di teatro, cinema e televisione, recitando in diversi film tra i quali Il figlio più piccolo di Pupi Avati e Notti magiche di Paolo Virzì. Nel 2009, nel ventennale della scomparsa del padre, Emanuele, insieme al critico Andrea Pergolari, gli dedica il documentario L’uomo dalla bocca storta, presentato tra gli eventi speciali della Festa del Cinema di Roma 2009, riproposto domenica sera nel corso del Lù Miere Calicidicinema Gala 2019.
Ma quanto è difficile essere il figlio di un attore straordinario e amato dal pubblico come Luciano Salce? “Come in tutte le cose della vita – afferma Emanuele Salce – conta alla fine l’uso che tu ne fai di questa opportunità: puoi restarne schiacciato o puoi avvantaggiartene. Io, peraltro, ho iniziato tardi a fare l’attore, alla soglia dei quarant’anni, stempiato e con i capelli bianchi..”.
Nel settembre scorso Emanuele ha inaugurato a Roma la mostra Luciano Salce. “L’ironia è una cosa seria”, ulteriore tributo al padre a trent’anni della sua morte. “E’ proprio così – conferma l’attore – E mai più calzante fu questo titolo riferito alla vita di mio padre che nel corso della sua esistenza ha avuto delle pagine abbastanza dure che è riuscito a superare anche grazie all’ironia”. Un’arma fondamentale per difendersi dalle intemperie della vita.
Ed è proprio questo il messaggio più significativo che Luciano Salce ha lasciato in eredità al figlio Emanuele: “E’ stato questo l’esempio di chi non solo non si è arreso davanti alle difficoltà ma che, anzi, se n’è fatto forza e poi le ha usate trasformandole in energia creativa, vitale ed ironica “.
Lù Mière Calicidicinema Gala è stato organizzato sotto la direzione artistica di Antonio Manzo. L’evento è stato presentato da Giovanna Ciracì. Alla cerimonia di premiazione sono intervenuti la Salento Brass con Conchita Manzo diretta da Martino Pezzolla insieme a Matteo Maria Pezzolla e Francesca Schirinzi, con la partecipazione di Emanuela Panarese, del duo Papillon de Nuit e di Chiara Barbaro. La serata si è chiusa con la degustazione di vini pregiati offerti dall’azienda vitivinicola Palamà di Cutrofiano, tra i principali promotori dell’iniziativa, e il consueto taglio della torta offerta dal rinomato bar Alvino di Lecce.
Facebook
Instagram
RSS