SAN FOCA – Chi percorre il litorale tra San Foca e Torre dell’Orso sulla costa del territorio di Melendugno non può non notare la presenza ingombrante di quell’ecomostro considerato da tanti come un “lager” in rovina, il famigerato Regina Pacis che di “pacis” ha solo il nome.
La struttura ha ospitato miglia di migranti nel corso degli anni, diventando un punto di riferimento inevitabile per quanti disperati approdavano sulle nostre coste. In seguito alla dismissione del Centro di Permanenza Temporanea per migranti si sono susseguite una serie d’ipotesi sulla sua destinazione ed in particolare quella di un mega resort di lusso.
Lo Sportello del diritto torna su questa scottante vicenda e ricorda di aver rilanciato più volte l’appello affinché l’immobile a ridosso del mare venisse definitivamente abbattuto “per cancellare quella saracinesca che chiude la visuale sul mare in un tratto di costa ameno, ma anche il ricordo di quel luogo di tanta sofferenza e dolore”. “Nei giorni scorsi – sottolinea il presidente dello Sportello, Giovanni D’Agata – alcuni turisti ci hanno chiesto il perché della permanenza di quell’edificio fatiscente e pericoloso che tutt’oggi si staglia innanzi al Mar Adriatico senza un apparente motivo, come dimostrano le fotografie inoltrateci. Ed allora, vista l’inerzia delle amministrazioni e dei privati coinvolti, non resta che rilanciare quell’appello affinché una volta per tutte si faccia tornare fruibile alla collettività, dopo decenni e decenni, quella porzione di litorale salentino e far rimuovere per sempre quell’ecomostro che tanto dolore e tragedie umane ci ricorda con la sua sola inesorabile ed orribile presenza”.
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