LECCE – Al via l’ottava edizione di Barboni per un giorno, il progetto di Barbonaggio Teatrale dell’associazione Nasca Teatri di Terra– diretto da Ippolito Chiarello e curato insieme a Marcella Buttazzo e a Mariliana Bergamo – che sabato 10 novembre (a partire dalle 18.30) attraverserà le piazze e le strade del centro storico di Lecce.
Ancora una volta l’attore e regista salentino chiama a raccolta attori, danzatori, musicisti, scrittori, pittori, scultori, performer, invitandoli a esibirsi in città attraverso la modalità del Barbonaggio Teatrale (movimento che nel 2019 celebrerà i dieci anni di vita), per condividere un atto simbolico di testimonianza e riflessione, per riportare l’arte tra la gente e creare nuove platee.
Negli anni la partecipazione a questo evento è diventata trasversale abbracciando tutte le arti – non solo il teatro – coinvolgendo non solo professionisti ma anche allievi, dilettanti e pubblico in un unico rito che accomuna tutti nell’atto artistico, per ribadire la necessità della ricerca della bellezza nella sua poliedricità e nelle sue molteplici espressioni. Tantissimi artisti, provenienti da tutta Italia e anche dalla Francia, per una giornata intensa che prenderà il via alle 18.30 all’Open Space di Piazza Sant’Oronzo con un’assemblea pubblica introdotta da Mauro Marino, operatore culturale, e vedrà la partecipazione di artisti, operatori e pubblico per discutere sul tema “L’arte come bene quotidiano: artista e lavoratore”. All’assemblea seguirà la cena-incontro con gli artisti e alle 21 appuntamento in Piazza Sant’Oronzo, e nelle vie e piazze limitrofe, per il Barbonaggio Teatrale con le esibizioni degli artisti coinvolti. Gli spettacoli proseguiranno fino alle ore 23 e si concluderanno con un raduno finale in piazza.
Gli artisti protagonisti di questa edizione sono Barbara Toma, Gabriella Margiotta, Antonio Guadalupi e Gianmarco Di Todaro (Meridiani Perduti), Giulia Fiordaliso, Luana Locorotondo, Giorgia Salicandro, Matteo Padula, Chiara Coppola, Angelica Di Pace, Antonio Carelli, Stefania Bove, Andreina Capone, Tiziana Vaccaro, Gianfranco Massaro, Daniela Sabato, Patrizia Di Lorenzo, Eleonora Capone, Giulia Bruno, Federica Palo, Salvatore Antonelli, Guglielmo Bartoli, Milena Frantellizzi, Luigi Pontrelli, Lucia e Joselita Sanfrancesco, Cecilia Montomoli, Assunta Zecca, Annamaria Colomba, Maria Tucci, Stefania Marianna Robassa, Matteo Padula, Gianfranco Massaro, Luana Locorotondo, Carmen Tarantino, Mariagrazia Bello, Annamaria Marra, Elisa Murrone, Roberta Mele.
Il Barbonaggio Teatrale è una modalità di proposta artistica indipendente, “dal basso”, nato dall’esperienza di Ippolito Chiarello attraverso un’azione semplice già compiuta in passato, ma ancora necessaria e arricchita di nuovi significati e obiettivi: offrire al pubblico della strada brani di uno spettacolo, venduti “al dettaglio”, su un palchetto di legno. «Un progetto artistico e di vita, un atto d’amore verso il pubblico, un atto politico».
Nato dal disagio e da un moto di rifiuto per un sistema teatrale chiuso in se stesso, spesso autoreferenziale e legato a logiche di mercato, il Barbonaggio Teatrale è un modo per ripensare il teatro nei suoi processi di scrittura, produzione e distribuzione. Un’esperienza che si è ramificata e arricchita nel tempo, moltiplicandosi con articolazioni inaspettate, una maniera per uscire dai luoghi deputati della cultura e ritornare alle origini di un’arte pubblica e politica, con un diretto contatto col pubblico, ripartendo dalla strada, dalla piazza, dall’idea di agorà. Una modalità oggi riconosciuta anche dalla critica (segnalazione al premio Rete Critica e al Premio UBU nel 2014) e che ha raggiunto più di 250 città in Italia con tappe a Barcellona, Madrid, Parigi, Londra e Berlino, passando dal palco dei Negramaro.
Nel tempo il Barbonaggio è diventato creazione di comunità di narratori in tutto il mondo con il progetto “Barboni & Narratori. Barbonaggio Teatrale a…”, attraverso il quale persone di diverse nazionalità ed estrazioni sociali imparano a conoscere il processo teatrale per “ri-cominciare” ad abitare i teatri utilizzando questa modalità anche come strumento per raccontarsi in prima persona.Esperienze di questo tipo sono già avvenute in Canada, a Vancouver, in collaborazione con la fondazione Musagetes e La Simon Fraser University insieme a un gruppo di persone native americane; a Napoli con i ragazzi del quartiere San Giovanni a Teduccio
nell’ambito del “Napoli Teatro Festival”, in collaborazione con il Teatro Nest; mentre esperienze di questo tipo sono in procinto di essere avviate a Nantes, in Francia, e in altre città italiane.
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