LECCE- Lunghe code e caos, in questi giorni, agli sportelli Cup dell’Ospedale Vito Fazzi di Lecce. A farsene portavoce è Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” dopo aver ricevuto le segnalazioni degli utenti circa i ritardi e le file. “Oggi gli animi dentro il Cup sono tornati a scaldarsi e le file di cittadini in attesa ad allungarsi: alle 10.45 di questa mattina, infatti, erano oltre 100 gli utenti in fila per tentare di prenotare una prestazione, in attesa per la certificazione dell’esenzione o anche per pagare il ticket di un’attività ambulatoriale.”
“Come ben si vede dalle foto – continua – della folla presente nella stanzetta d’attesa del Cup, dove, fra l’altro, fa molto caldo, con gli impianti dei condizionatori accesi, la maggior parte degli utenti sono costretti ad aspettare in piedi il proprio turno non essendo sufficienti le sedute presenti.”
“Rivolgersi al Cup dell’Ospedale civile di Lecce per prenotare un qualunque esame o per tentare di pagare un ticket continua a essere una vera lotteria: entri nella piccola struttura adiacente l’ospedale e non sai mai se e quando ne uscirai, e soprattutto come ne verrai fuori – ha ricordato Giovanni D’Agata – Questo fenomeno costituisce un gravissimo disagio per i cittadini specie per gli anziani e quelli che hanno gravi patologie, costretti a rimanere ore davanti agli sportelli del Cup per consegnare la modulistica richiesta, pagare il ticket e prenotare la visita indispensabile per ricevere il certificato di esenzione. Ma i disagi non sarebbero limitati alle lunghe code sin dal mattino presto davanti agli sportelli. Dopo aver atteso per lunghissimo tempo, il proprio turno, i cittadini leccesi attualmente possono sperare in una prenotazione della visita a distanza di alcuni mesi. In altri termini, – conclude – i pazienti rimangono senza certificato di esenzione per mesi, obbligati a sostenere le spese per i farmaci per le quali sarebbero esenti, come pure quelle per le prestazioni mediche di cui hanno bisogno. È assurdo che persone in condizioni di necessità sanitaria, ovvero gli utenti del Cup, siano costretti a subire simili disagi.”
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