Ti accoglie, ti abbraccia, ti coccola. E ti ammalia. Il Salento è così. Difficile riuscire a sfuggirne. Lo hanno compreso bene giornalisti, blogger, press tourism e opinion leader che dall’1 al 6 giugno hanno partecipato ad un press tour organizzato e promosso dal Comune di Erchie con il sostegno della Regione Puglia. Non a caso il titolo era tutto un programma: “Emozioni dalle terre del Primitivo tra storia, gusto e cultura”.
Il percorso ha toccato sette comuni delle province di Brindisi e Taranto come Erchie, Sava, Manduria, Oria, San Marzano di S. Giuseppe, Mesagne e Torre Santa Susanna. E’ stata l’occasione per visitare santuari, chiese, antichi palazzi, torri medievali, cripte, frantoi ipogei, trulli, masserie, mulini, cantine vinicole, laboratori artigianali per imparare a fare la pasta fatta a casa. Ma anche per ammirare un’infiorata realizzata dalle volontarie della Parrocchia Santissima Natività di Maria Vergine di Maruggio ed esaltare il palato grazie alla degustazione dei prodotti tipici della zona come mozzarelle, burrate, ricotte, olio extravergine d’oliva, vino, friselline, pomodori, melanzane, salumi pregiati come il capocollo di Manduria, tonno di Colimena, focacce casarecce, e tante altre prelibatezze di una terra capace di sorprendere e di ammaliare.
La capacità di fare rete è stata una delle chiavi di volta del progetto. Sono stati coinvolti i comuni, enti ed associazioni. L’Amministrazione comunale di Erchie ha ottenuto i patrocini dei comuni di Sava, San Marzano di S. Giuseppe, Oria, Torre S. Susanna, della Camera di Commercio di Brindisi e del Gal Terre del Primitivo e ha interessato i comuni di Manduria, Avetrana e Mesagne che ha assicurato ai giornalisti un’interessante mostra su Picasso.
Ma è stato soprattutto il percorso religioso che ha toccato sette santuari del territorio brindisino e tarantino ad aver affascinato gli ospiti del press tour. Un percorso tra fede, storia e arte ammirando capolavori di inestimabile valore: santuari, chiese, chiesette, affreschi, rilievi, mura messapiche, grotte, torrioni medievali, e via discorrendo. A far da cicerone è stato il professor Antonio Cavallo, studioso, esperto del territorio e delle sue declinazioni più remote.
“Senza storia non c’è memoria – ha sottolineato don Pietroronzo Cinieri, arciprete dell’Unità pastorale di Erchie – E’ importante che la nostra comunità si riappropri e si ritrovi attorno alla sua storia e alle sue importanti tradizioni che ne hanno accompagnato il cammino”. La visita all’Episcopio di Oria è stato uno dei momenti più intensi del tour grazie soprattutto alla cordialità e all’affabilità di monsignor Vincenzo Pisanello, vescovo di Oria: “Il turismo culturale sfocia nella fede. Attraverso l’arte e i monumenti anche la fede riesce a trovare un fondamento e diventa un nuovo corso di evangelizzazione. Un itinerario religioso esiste già: erano tre i santuari che i pellegrini visitavano facendo tappa al Santuario di Santa Lucia ad Erchie a quello di San Cosimo alla Macchia di Oria e a quello della Madonna della Croce a Francavilla Fontana. Un percorso legato alle Perdonanze per riconciliarsi con Dio. Ebbene, la conoscenza è fondamentale per questo il tour con i giornalisti è stato molto importante perché i giornalisti rappresentano uno strumento dello spirito capace di raggiungere tante persone”.
Il progetto avviato dal Comune di Erchie ha tutte le carte in regola per diventare un modello da trasferire ad altri centri salentini. C’è un altro Salento, infatti, ancora tutto da scoprire, che ha delle enormi potenzialità da sfruttare. Un territorio che reclama – a giusta ragione – lo spazio che merita e le giuste attenzioni. D’altronde che ci sia un vuoto da colmare in questo senso lo dicono studi appropriati. Come quello condotto dagli esperti di New Mercury secondo cui “il forte e quasi esclusivo orientamento al mare è stato un limite per lo sviluppo del turismo d’arte e culturale e solo il 20 per centro dei turisti visitano i centri dell’entroterra”.
Messaggio da girare direttamente agli addetti ai lavori e agli amministratori locali. Per fortuna qualcosa si muove. E l’esempio che arriva da Erchie è lungimirante. In questo piccolo centro brindisino dove la vita scorre lentamente e dove si possono riscoprire valori umani che appaiono desueti, l’Amministrazione Comunale ha confezionato un progetto ad hoc risultato vincente nell’Avviso Pubblico Ospitalità Comuni e Unioni di Comuni 2018 indetto dalla Regione Puglia che fa parte del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020. Azione 6.8.
Erchie è stata premiata perché è stata in grado di costruire un percorso legato al turismo religioso mettendo assieme i più bei monumenti religiosi con piacevoli divagazioni enogastronomiche, agricole e artigianali – come la splendida infiorata realizzata ad Erchie dalla Parrocchia S. Maria delle Grazie – aprendo anche una finestra sul sociale grazie ad un film girato interamente nel Salento, “La sabbia negli occhi”, del francavillese Alessandro Zizzo. Insomma, tutti gli ingredienti giusti per affascinare i turisti.
Leonello Bertolucci, Michele Bruccheri, Antonella Fiorito, Sonia Rondini, Leonard Soare, Ana Vorovenci, Harilla Koci e Mikel Zinxhiria hanno gradito e apprezzato, sono stati accompagnati e coccolati. Hanno intessuto relazioni significative, offrendo e ricevendo calore e professionalità.
Il saluto finale si è trasformato in una sorta di abbraccio collettivo a tutta la squadra che ha accompagnato i giornalisti: dal sindaco Giuseppe Margheriti al funzionario e vicesegretario comunale Agata Rodi, passando per il vicesindaco Chiara Saracino e gli assessori Mariella Argese, Giuseppe Sorio e Angelo Cava fino a giungere a Rosanna Pati, direttore commerciale dell’Agenzia Vapatours, a Franco Carrozzo (Autoservizi Carrozzo), al videomaker Mino De Franco (What Use?) e ad Antonio Greco, Giovanna Ciracì e Maria Teresa Carrozzo dell’Ufficio Comunicazione.
Ecco perché si può dire sin d’ora che l’obiettivo di promuovere e veicolare l’immagine della Puglia al di fuori dei confini regionali facendo conoscere da vicino paesaggi, storia, costumi, riti e tradizioni della comunità locale sia stato centrato in pieno.
Un altro Salento, un’altra visione del mondo. Per riappropriarsi di se stessi. Per riscoprire pezzi di storia, della nostra storia.
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