Da oggi monsignor Domenico D’Ambrosio è un cittadino leccese. Questa mattina il Consiglio comunale gli ha conferito la cittadinanza onoraria in una suggestiva cerimonia svoltasi nell’ala consiliare di Palazzo Carafa, quale “segno di gratitudine della città di Lecce – così come ha sottolineato la presidente del Consiglio comunale, Paola Povero – per la sua grande dedizione, per il ruolo di pastore e guida della Chiesa leccese, di grande generosità, lucida intelligenza e senso solidale di vicinanza per quanti soffrono disagio sociale, le povertà e le vecchie e nuove inclusioni sociali”.
Monsignor D’Ambrosio è leccese da anni, come ha ricordato il sindaco Carlo Salvemini, riuscendo a stabilire “un rapporto intenso, familiare, fecondo che ha stabilito con la città”. Ecco perché il passaggio odierno rappresenta “un sentimento di reciproca appartenenza e reciproco affetto”. “Sono grato – ha concluso Salvemini – per il rispetto e l’amore che ha dato a Lecce in questi anni e per la passione con la quale si è dedicato a trasmettere un messaggio cristiano non solo come testimonianza di fede ma anche come impegno quotidiano”.
“Sono fiero di diventare vostro concittadino”, ha affermato l’Arcivescovo D’Ambrosio visibilmente emozionato tanto che ad un certo punto è stato costretto ad interrompere il suo intervento prima di rimarcare le difficoltà in cui si battono gli ultimi in questa città nella quale persistono “paure immotivate e pregiudizi falsati: non lasciateci soli!”. Quindi un accenno agli amministratori di Palazzo Carafa, divisi da veleni e polemiche: “Lavorate per il bene comune”.
E alla fine ecco il saluto ai leccesi: “Vi voglio bene”.
A Monsignor Domenico D’Ambrosio sono state consegnate le chiavi della città, realizzate dal gioielliere Stefano Sambati della ditta artigiana EsseEsse, che le ha gentilmente donate alla città.
ph e video Andrea Stella
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