LECCE – “Nessun gioco di potere dietro la mia candidatura ma solo il riconoscimento dei nostri amministratori”. Ippazio Antonio Morciano si presenta così al popolo del Pd che dovrà decidere se votare lui o Stefano Minerva alla guida del partito. Un messaggio chiaro come tutto il suo intervento con cui oggi, davanti ai giornalisti, ha battezzato la sua candidatura alla segreteria provinciale.
Morciano guarda avanti e parla già da leader in pectore: “Voglio unire tutte le anime del partito”. Un obiettivo assai ambizioso visto l’alto tasso di conflittualità e di aggressività che si registra nel Pd salentino. Il sindaco di Tiggiano evoca un “partito-comunità, realmente vicino al territorio” e sgombra il campo da eventuali pregiudizi o, peggio, diktat: “E’ necessario un maggiore coinvolgimento. Questo partito deve allargarsi: o non guardo da dove proviene chi vuole abbracciare le nostre idee e i nostri programmi”.
C’è spazio per un attacco frontale ad presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e implicitamente al suo avversario nella corsa alla poltrona di segretario del Pd: “Il governo regionale è baricentrico. Il Salento è isolato, è un territorio che dà fastidio, per alcuni non deve crescere”.
Non manca un accenno al fenomeno della Xylella (“Io sono per la ricerca scientifica, non c’è più tempo da perdere, ne abbiamo perso abbastanza”) e ai giovani e alle associazioni, strumentalizzate per una manciata di voti in più: “Non ci si può ricordare di loro solo quando si vota…”.
Una cosa è certa, Secondo Morciano per incidere concretamente sulle politiche nazionali, regionali e locali occorre un Pd “forte, coeso, collaborativo, ma autonomo”.
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