OTRANTO – Il racconto dei cronisti in prima linea nelle zone di guerra è stato il tema protagonista della seconda giornata della XIV edizione del Festival dei Giornalisti del Mediterraneo, in programma a Otranto sino a sabato 10. Giornali, tv, social e new media da 196 giorni raccontano lo strazio delle città martoriate dai bombardamenti ma anche la tragedia dei profughi in fuga. Un racconto quotidiano che ci “bombarda” di notizie, filmati, brevi e approfondimenti, che non sempre però sono sinonimo di corretta informazione su ciò che sta realmente accadendo nel cuore dell’Europa.
“La guerra in Ucraina ci ha messi di fronte per la prima volta ad un’informazione del tutto falsata, raccontata spesso da chi non era sul campo. Questo è accaduto per tante ragioni, ma soprattutto perché sia i russi che gli ucraini hanno utilizzato i nuovi media per manipolare l’informazione. Bastava mandare in rete un video di pochissimi secondi, magari di un’esplosione, dando l’idea di qualcosa che in realtà non stava accadendo, ripresa però dopo pochi minuti dalle testate di tutto il mondo. Questa è purtroppo disinformazione e spesso ci siamo cascati anche noi, i pochissimi corrispondenti che eravamo sul campo, che con mille difficoltà dovevamo controllare la veridicità di ciò che veniva messo in rete dalle due fazioni. Quando sono entrato oltre il confine, ho infatti trovato una guerra diversa da quella che leggevo dai giornali”, ha commentato Angelo Macchiavello, inviato di guerra di Mediaset-Studio Aperto.
Sul palco di Largo Alfonsina è stato affrontato il delicato tema dei bambini che nelle tante aree del mondo martoriate dai conflitti si vedono scippati del loro diritto alla vita.
“I bambini e in generale i minori sono le prime vittime delle guerre. Sono oltre 430 milioni i bambini che vivono in un’area colpita da un conflitto, una cifra che aumenta ogni anno con il perdurare delle guerre. I conflitti impedisco ai bambini di andare a scuola, rendendoli facile preda di trafficanti e gruppi armati o vittime di matrimoni forzati e della riduzione in schiavitù. Come Ordine di Malta siamo impegnati sia nell’ assistere i piccoli rifugiati e migranti in fuga da guerre e povertà, sia a creare reti di sostegno e protezione nel luoghi di conflitto e nei paesi di destinazione, nonché lungo le principali rotte migratorie”, ha commentato Marianna Balfour, del Sovrano Ordine di Malta che si occupa appunto dell’assistenza medico sociale e degli interventi umanitari in oltre 120 paesi.
Foto e video a cura di Annamaria Niccoli
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