LECCE – “Lecce, ad oggi, ha il triste primato di non aver esteso le concessioni balneari alle imprese operanti sul territorio”. La denuncia giunge da Gianmaria Greco, capogruppo di Prima Lecce/Andare Oltre che ha puntato l’indice contro l’Amministrazione Comunale guidata da Carlo Salvemini. Da tempo, infatti, le associazioni di categoria in rappresentanza delle imprese balneari operanti sul territorio di Lecce hanno chiesto di ottenere una proroga delle concessioni sino al 2033, secondo quanto stabilito dalla legge numero 145 del 2018.
I comuni di Bari, Brindisi e Taranto hanno già provveduto a deliberare l’estensione del termine delle concessioni ai titolari degli stabilimenti dei rispettivi territori, per garantire stabilità e continuità alle imprese. L’attuale scadenza, prevista per il 31 dicembre 2020 – che sancisce anche il termine ultimo per i permessi urbanistici connessi alla concessione demaniale – “non garantisce infatti adeguate attività di investimento per coloro che operano nel settore, e solo una ulteriore proroga, secondo quanto stabilito dalla legge, potrebbe giustificare interventi di potenziamento delle proprie attività, anche in virtù delle incertezze e delle incognite derivanti dall’emergenza Covid-19 per la stagione alle porte.
Anche la Regione Puglia, attraverso la nota del dirigente della sezione “Demanio”, ha sollecitato gli enti inadempienti a provvedere quanto prima nel concedere le proroghe secondo quanto stabilito dalla legge”.
Ecco perché Greco ha deciso di presentare una interpellanza, in virtù di quanto previsto dall’articolo 54 del regolamento del Consiglio Comunale per chiedere “quali siano le intenzioni dell’Amministrazione comunale in merito alle proroghe delle concessioni al 2033”.
“Qualche giorno fa – ricorda il consigliere – il sindaco aveva proposto una soluzione di ampliamento delle concessioni per una stagione a patto che si provvedesse alla manutenzione di una quota parte delle spiagge libere. Ma tale opzione non è percorribile. Sui concessionari già gravano le spese straordinarie derivanti dall’emergenza Covid – 19, che in un periodo di grande incertezza economica, ed una previsione di stagione estiva senza utili, pertanto sarebbe un’ulteriore beffa aggiungere le spese per la gestione delle spiagge libere”.
“Non comprendiamo – conclude Greco – quali possano essere i motivi ostativi all’avvio delle istruttorie per la concessione delle proroghe richieste dalle imprese balneari leccesi sulla scorta di quanto disposto dalla normativa nazionale. Se da un lato, per altri argomenti si raccomanda con la massima sollecitudine ad applicare le normative vigenti, dall’altro una visione estremamente attendista rischia di creare delle serie criticità economiche a chi chiede solamente il riconoscimento di un diritto sancito dalla legge”.
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