BRINDISI – Dopo la notizia ferragostana divampata su social e media di tutt’Italia sulla presunta “frisa d’oro” che ha fatto scatenare una marea di polemiche che ancora non sembrano assopite, un altro “scandalo” per tutti coloro che sono amanti della cucina meridionale. Il riferimento è al prezzo di uno dei tipici “food” nostrani nel punto di ristoro a marchio “Autogrill” dell’aeroporto di Brindisi, divenuto scalo pressoché obbligatorio per migliaia di viaggiatori che raggiungono e ripartono dal Salento: panzerotti fritti (o calzoni a Lecce o fritte a Brindisi) venduti a 5 euro cadauno (4,90 euro per la precisione). La denuncia giunge dallo “Sportello dei Diritti” che ha inviato alla nostra redazione la foto dello scontrino postata da una turista bolognese. Anche se è pur vero che l’acquisto di qualsiasi prodotto in aeroporto o in autostrada e sempre un po’ “pompato” dall’impossibilità di una scelta concorrenziale, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, “quando la speculazione o ‘libero mercato’ che dir si voglia, arriva a tal punto è giusto dire ‘Basta!’ e se nessun’autorità può intervenire per fermare quest’andazzo, allora l’unica forma di protesta rimasta è forse quella della libera scelta di ciascuno di noi di non comprare più da coloro che vendono prodotti che normalmente costano meno di 1/3 se acquistati altrove”. La parola., come sempre, passa agli utenti. E c’è da giurare che le reazioni saranno le più disparate.
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Un calzone d’oro all’Aeroporto di Brindisi?
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