
Si fermano a tre le partite consecutive del Lecce senza sconfitta. Colpa del Var che si inventa letteralmente il rigore della vittoria di una Udinese, sicuramente migliore del Lecce, ma che alla fine ha vinto per il tiro dagli undici metri. Il Lecce è stato poco concreto in avanti anche perché Helgason ha un problema fisico dell’ultimo momento e così Giampaolo ripropone Rafia dall’inizio. Il tunisino non giocava da sei partite nelle quali invece aveva spiccato il volo l’islandese.
Nei giallorossi pessima la prova di Gallo e di Morente, mai precisi nell’ultimo passaggio oltre che di Pierret e di Rafia a centrocampo che dimostra di non avere le caratteristiche per fare il giocatore da appoggio a Krstovic, troppo solo nella zona offensiva. Pessimo anche l’ingresso in campo di Rebic che in venti minuti gioca svogliato e mai concreto. Un pochino meglio Berisha che nel secondo tempo gioca al posto di Rafia, ma che è sicuramente più a suo agio nella posizione di mediano.
Il Lecce non ha mai impensierito Sava se non al 25’ con una doppia conclusione di Pierotti, respinta in angolo. Azione che giunge pochi minuti prima del “fattaccio” che decide il match. Jean anticipa Lovric di testa in area e poi sullo slancio colpisce con il gomito il volto dell’avversario. Un contattato di gioco che il pessimo direttore di gara Bonacina vede e non sanziona. La smania di protagonismo del Var richiama il fischietto che viene convinto a decretare il rigore. Dal dischetto Lucca si appropria del tiro dalle mani di Thauvin e realizza. Il siparietto, che dura un minuto non piace al tecnico Runjaic che sostituisce il marcatore, già autore di una buona conclusione al 5’ che aveva costretto Falcone ad un difficile intervento di piede.
Nella ripresa Giampaolo cambia due elementi e Karlsson e Berisha provano a impensierire la solida retroguardia ospite, ma i pericoli sono proprio pochi. Krstovic al 56’ ci prova di testa ma Sava blocca agevolmente. Per il resto è più Falcone a dover impedire il secondo gol dei friulani. Alla fine fischi per il direttore di gara che al 65’ avrebbe potuto estrarre il secondo giallo a Payero, reo di un fallo evidente su Jean. Chissà cosa sarebbe accaduto con la superiorità numerica, però Giampaolo non può solo aggrapparsi alla negativa serata arbitrale, ma deve anche iniziare preoccuparsi di una nuova sterilità offensiva che ora dura da tre partite. E venerdì c’è la Fiorentina, non certo una squadra facile da affrontare.
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