“Il divenire del territorio e del paesaggio è costante, e per questo in Puglia sono necessari strumenti di conoscenza, pianificazione, regolazione, costantemente aggiornati e intimamente coerenti. Soprattutto, adesso più che mai, avvertiamo con forza l’esigenza che la tutela e l’uso del territorio nella nostra regione non siano più affidati ad un quadro normativo caratterizzato da misure di carattere derogatorio e straordinario. È necessario pervenire alla predisposizione di un Testo unico che ponga termine ai conflitti interpretativi degli aspetti operativi e tecnici dovuti all’applicazione di più e contestuali, oltre che spesso contraddittorie, disposizioni legislative (ad esempio la costruzione in zone agricole e l’onerosità degli interventi). Una nuova Legge Urbanistica che parta dalle prerogative del PPTR, con gli studi e le analisi che hanno poi promosso le peculiarità e le identità uniche dei paesaggi pugliesi e le azioni di tutela e di riconoscimento di ambiti di intervento, per suscitare un input significativo nei processi regolatori e di trasformazione urbanistica”.
Così scrivono i presidenti degli Ordini degli Architetti P.P. e C. BAT, Brindisi, Lecce, Taranto, Andrea Roselli, Maurizio Marinazzo, Tommaso Marcucci, Paolo Bruni, riuniti nella Federazione degli Ordini A.P.P. e C. di Puglia, nella lettera inviata al Presidente della Puglia Michele Emiliano e a Stefano Lacatena, Consigliere Delegato Paesaggio e Urbanistica, Pianificazione territoriale, Assetto del territorio in risposta “alla richiesta di coinvolgimento” e per rimarcare l’urgenza e l’indifferibilità di un percorso di condivisione caratterizzato da “meccanismi di effettiva partecipazione, politiche di tutela dei paesaggi agrario, costiero ed urbano, ammodernamento delle macchine amministrative coerente con la rapida e continua evoluzione della società”.
Cinque, a detta dei firmatari la lettera, i punti prioritari caratterizzanti “questo nuovo auspicato percorso legislativo”.
Innanzitutto, “un sistema normativo snello e chiaro “che incentivi le amministrazioni comunali, attraverso procedure semplificate, a dotarsi di Piani Urbanistici di nuova generazione e faciliti il ricorso per i piccoli comuni a piani intercomunali attraverso la definizione di ambiti sovracomunali negli strumenti di pianificazione provinciale”.
Quindi, “un raccordo maggiore con gli strumenti regionali di programmazione economica e sociale, coerente con le dichiarazioni di principio contenute nella Proposta di legge Urbanistica Nazionale presentata in Senato il 16 luglio 2024 denominata ” Legge di principi fondamentali e norme generali per il governo del territorio e la pianificazione”, per definire una strategia di sviluppo socio-produttivo sostenibile (es. turismo, mobilità, produzione industriale, efficientamento energetico), inquadrando le tematiche delle trasformazioni del territorio nell’orizzonte di senso delineato dall’utilizzo di risorse comunitarie”.
Terzo punto, un’attenzione maggiore al rapporto città-campagna, ai bordi periurbani ed al territorio rurale in genere, i cui studi sulle trasformazioni e le mappature di intere porzioni dei luoghi coltivati a ridosso degli agglomerati urbani rappresentano un potenziale significativo e sin qui inespresso nei nuovi processi di trasformazione (o conversione o mutamento o uso) e tutela del paesaggio, in ambivalenza fra il giusto compromesso di protezione e la spinta innovativa in chiave ecosostenibile maggiormente percepita dai piccoli comuni in fase di sviluppo oltre la cinta storica; Quarto punto, “una più efficace azione di contrasto verso i detrattori del paesaggio, comprese le forme di produzione di energie alternative altamente impattanti, in ragione del DM 21 giugno 2024 recante la “Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili”.
Quinto e ultimo punto, la restituzione “nel Testo Unico da predisporre, di un unico giudizio interpretativo alla Legge Regionale n. 36/2023 nelle sue forme di deroga, per una maggiore snellezza nei processi autorizzativi e maggiore presa di coscienza e competenza dei funzionari comunali che la applicano”.
“La nostra interlocuzione con gli organi regionali”, dice Maurizio Marinazzo, Presidente della Federazione pugliese OAPPC, “è stata sempre caratterizzata e orientata da uno spirito di fattiva e leale collaborazione istituzionale. Per questo, pur avendo registrato una difficoltà di coinvolgimento che rende ancora più difficile e complesso il lavoro dei professionisti e delle imprese, auspichiamo il riavvio del confronto all’interno delle sedi istituzionali nell’interesse delle comunità tutte.
Un confronto che non può, in questo momento particolare, non tenere conto del dibattito in corso a livello nazionale su temi di stringente attualità quali rigenerazione urbana e riforma urbanistica.
In questa direzione, ne siamo convinti, potranno essere affrontate le questioni sfidanti dell’assetto del territorio, evitando di alimentare – sebbene comprensibilmente mossi da intenti propositivi – quel clima di incertezza amministrativa scaturita, ad esempio, dalle diverse revisioni del Piano Casa”.
Da qui la proposta che la Federazione Ordini degli Architetti PPC pugliese invia alla Regione e al Consigliere Lacatena per l’attivazione di un Tavolo tecnico permanente costituito da Ordini professionali, Associazioni di categoria più rappresentative e quelle preposte alla tutela ambientale coinvolte nel processo di trasformazione urbana e del paesaggio, finalizzato alla produzione periodica di “report d’impatto sulle applicazioni della nuova legge, utile ad aggiornare continuamente le norme laddove necessitino, senza dover ricorrere alla stesura di nuovi provvedimenti legislativi che producono solo incertezza e ritardi negli iter procedimentali” e l’istituzione di una Cabina di Regia permanente multisettoriale finalizzata a svolgere funzioni di ricognizione e di programmazione strategica rispetto a situazioni emergenziali ma ormai perduranti e di rilievo (Xylella, agenti inquinanti, salute pubblica, assetto idrogeologico in senso lato e, segnatamente, fenomeni di erosione costiera) rispetto all’assetto territoriale.
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