«Non voglio fare proclami, ma sicuramente daremo sempre il massimo.» Elegante e pronto alla battuta in sala stampa, così esordisce Roberto D’Aversa che è da oggi il nuovo allenatore del Lecce. Succede a Baroni, artefice di un biennio eccezionale culminato con la salvezza in A di fine maggio, che ha deciso di accasarsi a Verona. Il compito di migliorare quanto fatto dal tecnico fiorentino non sarà facile, ma il nuovo allenatore avrà dalla sua un club che come in un abbraccio, vuole preservare già da ora il lavoro di D’Aversa davanti a qualsiasi passo falso nel lungo percorso che porta alla salvezza.
«D’Aversa ha valori e principi da Lecce.» Così lo presenta Saverio Sticchi Damiani nella conferenza stampa di esordio. «Io e i soci abbiamo da subito condiviso la scelta ed è nostra abitudine dare tutto ai nostri allenatori. Di conseguenza ci comportiamo in modo corretto senza emotività dettata dai singoli risultati.» Il presidente traccia la strada che il club vuole perseguire con il nuovo mister. «Siamo un modello in espansione con tanti giovani da mettere in vetrina. Non abbiamo nomi altisonanti, ma questo ci ha portato a non avere debiti perché frutto di scelte oculate. Questo non ci ha impedito di raggiungere risultati sportivi prestigiosi e questo è il percorso che vogliamo continuare con D’Aversa.»
Anche Pantaleo Corvino traccia il percorso che vedrà la guida di D’Aversa. «Siamo alla partenza di un nuovo ciclo dopo il primo che ci ha visto crescere tanto. Abbiamo dovuto fare degli straordinari per avvicinarci alla passione dei nostri tifosi che è più grande rispetto alle possibilità del club. Abbiamo concluso con un abbraccio il rapporto con Baroni, e ora abbiamo deciso di affidarci a Roberto D’Aversa per questo nuovo corso che ci vede ancora molto impegnati. Abbiamo fatto una cernita alla ricerca di un elemento che condividesse le nostre scelte. A differenza di Zeman e Delio Rossi che furono scelte coraggiose e con qualche esitazione anche della piazza, con D’Aversa non ho avuto dubbi e l’ho proposto al club. Il mister lo conosco da più di venticinque anni ed è un tecnico che ha fatto tanta gavetta e che ha valori. Non ci spaventa lottare contro squadre molto più forti di noi. Lottiamo come se fossimo Davide contro Golia. Sappiamo qual è l’obiettivo ed è quello di mantenere i conti in ordine.»
Poi inizia a parlare Roberto D’Aversa. «Ringrazio il presidente e anche i direttori Trinchera e Corvino.» Così afferma il tecnico che svela un ricordo dell’esperienza di Casarano con Corvino quando il neo mister giallorosso era uno degli esterni del tridente rossoblù, ma che per motivi personali chiese nel mercato autunnale di essere ceduto. «L’ho lasciato che urlava e anche adesso è uguale. Anzi ora è più affascinante. Per lasciarmi partire dovetti rinunciare a tre mensilità e comunque me ne disse tante per la mia richiesta di lasciare il Salento. Sono felice che lo contraddistingue ancora una grande passione e dedizione al lavoro. Tutto quello che è capitato al Lecce in questi anni non è frutto del caso.»
D’Aversa poi passa a raccontare il suo modo di vedere il calcio e il rapporto con i giocatori. «Partiremo con il 4-3-3 ma potremo anche variare, passando al 4-2-3-1. Dipenderà dalle avversari, ma poi è fondamentale come si interpreta il sistema di gioco in fase offensivo e in fase difensiva. In Italia le squadre che vincono sono quelle che hanno una miglior difesa. Ma questo non significa che bisogna avere un aspetto difensivo per potersi salvare. Bisogna anche pensare a come fare gol. Non giudico il lavoro dei due mister precedenti, anche perché la retrocessione con Liverani fu frutto soprattutto dello stop per Covid. Quello che posso dire è che con una buona difesa si ottengono maggiori risultati. Credo che lavorare sui giovani sia stimolante e gratificante, in passato mi è capitato spesso. Questo Lecce ha raggiunto livelli importanti e ora dobbiamo provare a crescere. Sarà fondamentale l’atteggiamento per raggiungere la salvezza e ci aiuterà anche giocare davanti a tifosi così passionali.»
D’Aversa nella nuova rosa ritorverà Dermaku e Di Francesco, avuti rispettivamente a Parma e a Lanciano. «Conosco loro due del nuovo gruppo e mi spiace tanto che Dermaku abbia avuto tanti problemi fisici in questi anni. Io non sono un tecnico a cui piace richiedere dei giocatori che già hanno avuto esperienze con me, piuttosto fornisco delle caratteristiche su cui poi il club lavora per prendere dei calciatori. È stimolante lavorare ex novo con un gruppo che dal primo giorno di allenamento dovrà vedere in me coerenza nei comportamenti.»
Sul fronte mercato, il Lecce potrebbe perdere alcuni dei protagonisti che hanno messo il loro timbro sulla salvezza, ma D’Aversa non ne farebbe un cruccio e apre le porte ad innesti della Primavera. «So già che per alcuni calciatori potranno arrivare delle offerte. Il calcio italiano è così, ma se dovessero partire alcuni protagonisti, abbiamo un maestro come Corvino che saprà trovare i giusti sostituti. Ho visto la partita della Primavera contro la Samp e qualche elemento mi ha incuriosito. I giovani devono venire con noi in ritiro con la voglia di viversi la situazione e provare a tagliare il traguardo di esordire in prima squadra. Non devono però mai pensare di essere già arrivati per il fatto di aver ricevuto la convocazione.»
E intanto in questi giorni Corvino e Trinchera proveranno a regalare a D’Aversa qualche innesto da portare a Folgaria dove è escluso l’arrivo di Umtiti (Corvino è stato categorico) e dove in quattro inizieranno la preparazione in ritardo per il fatto di aver concluso la stagione passata dopo rispetto al resto della squadra per via delle convocazioni nelle rispettive nazionali. Hjulmand, Maleh e Helgason raggiungeranno il gruppo il 16 direttamente in Trentino, mentre Gendrey avrà una settimana in più.
Photogallery a cura di Andrea Stella
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