BARI – Il pronunciamento dell’Oms attacca un prodotto, il vino, con una storia millenaria e colpisce un settore strategico del Made in Italy agroalimentare, proprio in un momento in cui il settore sta subendo un crescita esponenziale dei costi con un +35% in media a causa delle tensioni su energia e materie prime generate dalla guerra in Ucraina con aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, nel commentare il documento adottato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) – Regione Europa: “European framework for action on alcohol 2022-2025”.
E’ del tutto improprio assimilare l’abuso di superalcolici – aggiunge la Coldiretti – tipico al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino che è diventato l’emblema di uno stile di vita “lento”, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre proprio all’assunzione sregolata di alcol.
Ma a preoccupare sono soprattutto gli effetti sulle esportazioni, che superano i consumi interni, proprio quando l’export dei vini della Puglia è cresciuto ancora del 16% nei primi 6 mesi del 2022, quando in 5 anni dal 2016 al 2021 le vendite all’estero dei vini pugliesi sono aumentate del 46%, il doppio che in Italia – riferisce Coldiretti Puglia – raggiugendo il valore di 179 milioni di euro, con un aumento del peso dell’Asia, che resta comunque ancora ridotto, con +526% di export in Corea del Sud, mentre sono cresciute le vendite del 75% negli Stati Uniti, del 70% in Germania, del 69% in Cina, del 39% in Svizzera e del 33% in Giappone, con una performance positiva in UK del +121%, in Francia del +44%, in Germania del +27%, in Cina +24% e Svizzera +18%, con un calo solo negli Stati Uniti del -13% e in Giappone del -29%.
Aumento della tassazione, divieto di pubblicità o promozione e obbligo di health warning in etichetta rischiano in modo fuorviante di assimilare in consumo del vino alle sigarette con effetti disastrosi sui consumi con quasi un italiano su quattro (23%) che smetterebbe di bere o ne consumerebbe di meno, secondo il sondaggio on line sul sito www.coldiretti.it.
Occorre peraltro ricordare che sino ad oggi – insiste Coldiretti Puglia – l’incremento dei costi è stato scaricato sulle spalle dei viticoltori e delle cantine, come dimostra il fatto che il prezzo di vendita del vino, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, è aumentato al dettaglio di appena il 2,5% a maggio 2022 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, mentre gli alimentari sono aumentati in media del 7,1%.
I successi dei vini pugliesi continuano nonostante le aziende vitivinicole Made in Italy – sottolinea la Coldiretti regionale – si siano trovate a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori. Nei vigneti si registrano infatti rincari che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio. Una bottiglia di vetro – spiega la Coldiretti – costa fino al 50% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali. Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%, secondo l’analisi Coldiretti.
Problemi anche per l’acquisto di macchinari, soprattutto quelli in acciaio, prevalenti nelle cantine, per i quali è diventato impossibile persino avere dei preventivi. Rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge – continua la Coldiretti – la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%.
Una situazione che mette a rischio un sistema che a partire dalla vendemmia attiva un sistema che offre opportunità di lavoro direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio, secondo una ricerca di Coldiretti per cui per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro.
Da difendere c’è anche un patrimonio unico di biodiversità con la Puglia che è il secondo produttore di vino a livello nazionale e con un totale di 38 vini DOP e IGP si posiziona al quinto posto della classifica nazionale dei prodotti certificati – conclude Coldiretti Puglia – con il settore vitivinicolo che vale 407 milioni di euro, pari al 92,7% del valore dell’intero paniere dei prodotti agroalimentari certificati regionali.
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