Tre mesi intensi di duro lavoro per rivoluzionare il suo Lecce. Pantaleo Corvino è stanco, ma felice e ciò traspare bene dagli sguardi che si scambiano lui e il suo fido collaboratore Stefano Trinchera. Nell’ultimo giorno di mercato è mancato l’acquisto di un ulteriore centrocampista, ma in compenso ha preso un giovane danese per la formazione Primavera, non riposandosi neppure un giorno.
Corvino sa bene che la sua creatura adesso avrà la prova del campo per poi, fra due mesi, provare a trovare i giusti correttivi in chiave salvezza. «Abbiamo fatto il meglio con le nostre possibilità.» Afferma il numero uno dell’area tecnica giallorossa davanti ai microfoni in sala stampa. «Se azzeccassimo tutto, saremmo sovrumani, sappiamo di poter commettere degli errori, ma tutte le mosse di mercato sono frutto di ragionamenti e di trattative durate a lungo. Dovete quadruplicare il numero di operazioni fatte per capire la mole di lavoro che c’è stata.»
E così Corvino parla appunto di numeri, di quanto fatto da lui in queste due stagioni con tre periodi estivi di calciomercato e due invernali. «Abbiamo completato 135 operazioni in due anni, quasi una ogni tre giorni. In entrata per la prima squadra le operazioni sono state 49, in uscita 38 per un totale di 87. Oltre a queste 31 sono state quelle in entrata per la Primavera, 17 in uscita. Non è stato facile fare un mercato mantenendo i principi di equilibrio e sostenibilità a livello economico e dando un senso ad ogni operazione. Abbiamo provato a fare il meglio con le nostre risorse, lavorando giorno e notte. Normann era una opportunità, ma crediamo che a centrocampo stiamo bene così. A Napoli abbiamo giocato un primo tempo alla grande con un ’99, un 2000 e un 2001. Fra due mesi capiremo come muoverci per gennaio, visto che ci sarà l’interruzione per il mondiale.»
Corvino tende a precisare lo stato del club prima del suo arrivo, per far capire come la situazione sia mutata completamente con la sua presenza. «Siamo partiti da una retrocessione in B e ora siamo di nuovo in A, in Primavera eravamo in A2 e ora siamo in A1 giocando da protagonisti. Bisogna analizzare gli organici che abbiamo ereditato e quelli attuali per prima squadra e settore giovanile. Non bisogna guardare però solo gli obiettivi, ma anche i percorsi che si fanno per raggiungerli. I percorsi sono fondamentali se si vuole mantenere la giusta sostenibilità del club.»
Sollecitato da una domanda, il responsabile dell’area tecnica parla di numeri in chiave di spese e incassi. «Il monte ingaggi lordo della prima squadra è intorno ai 15 milioni lordi. Quello della Primavera è di 350 mila netti, parlo di netto in quanto non ricordo le varie regole di tassazione per i giovani. Abbiamo speso per i cartellini sui 3 milioni e mezzo che è pressoché la somma che abbiamo incassato dalle cessioni.»
Corvino poi passa ad analizzare quattro situazioni particolari all’interno del mercato giallorosso. «Siamo riusciti a cedere coloro che non rientravano nel progetto tecnico, accontentando quasi tutti. Frabotta? Voleva misurarsi ad un livello più adatto per la sua condizione particolare, visto che aveva saltato una stagione intera. Quattro distinguo. Coda e Lucioni non erano stati messi alla porta, ma hanno capito che magari non potevano essere protagonisti qui e sono voluti andar via. Ci sono state offerte per Bjoerkengren, ma che non hanno trovato l’interesse del club e che dunque non si potevamo accettare. Lo svedese è sul mercato, si allenerà in gruppo, ma non farà parte del progetto. L’ultimo punto riguarda Rodriguez. Con l’arrivo di Baroni, abbiamo cercato di fargli fare l’esterno, ma il giovane non si è applicato a dovere. Abbiamo parlato con l’entourage del calciatore subito dopo la fine del torneo di B, dicendo chiaramente che sarebbe stato meglio che andasse a trovare più spazio altrove. Per lui le uniche destinazioni sarebbero state solo in A e, visto che non sono arrivate richieste, fa parte della rosa.»
In ultimo Corvino e Trinchera parlano di alcuni retroscena degli ultimi giorni di mercato. «Volevo portare Oudin alla Fiorentina nel 2019 – afferma Corvino – poi andò al Bordeaux. A giugno c’è stato un primo approccio, ma noi potevamo offrire un terzo di quanto guadagnava. Con il suo agente c’è sempre stato un ottimo rapporto e a fine mercato si è ripresentata questa opportunità, giunta in porto grazie all’intervento economico del Bordeaux. Su Shomurodov non c’è stato mai un nostro interesse – conclude Trinchera – perché puntiamo totalmente su Ceesay, Colombo e Persson.»
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