LECCE – Sarà inaugurata giovedì 1° settembre alle ore 20.30, presso la Fondazione Palmieri a Lecce, la mostra d’arte “Mater: Filosofie futuristiche” del pittore e scultore salentino Roberto Panico. La serata vedrà come ospiti d’eccezione il poeta griko, Antonio Luigi Tommasi, che reciterà alcune sue poesie, e il musicista e compositore, Antonio Castrignanò, che in acustico darà una nuova visione dei suoi “ritmi tarantati”.
L’esposizione, curata da Roberto Spedicato, resterà aperta al pubblico fino a giovedì 8 settembre dalle ore 18:00 alle 24:00 (ingresso gratuito) ed è organizzata con il patrocinio di Regione Puglia, Polo Arti Cultura Turismo Regione Puglia e Città di Lecce.
Le opere in mostra rappresentano un “gesto artistico” di gratitudine nei confronti di Madre Natura. La ricerca di Roberto Panico, infatti, parla d’amore per la propria terra e attraverso il senso di appartenenza ne amplifica il nutrimento e l’atavica riconoscenza. La produzione dell’artista è composta da tele materiche, terrose o estroflesse, il cui “scheletro” è formato da utensili agricoli di varie forme e dimensioni come aratri, rastrelli, zappe, picconi, falci, chiodi.
L’intera mostra si sviluppa su vari ambiti. Il primo è definito dallo stesso Panico “Tutele”: gli oggetti della società rurale vengono “protetti” attraverso un rivestimento, lasciando visibili alcune parti, e assumono forme e significati nuovi attraverso l’uso del colore, approdando nel presente e proiettandosi anche nel futuro.
Il secondo ambito, completamente differente, è definito “Terre planetarie”: la consistenza materica è costituita da materiale terroso e ancora una volta il colore assume forza vitale su cui la luce suggerisce spazialità.
Il ritrovamento di antiche serrature guida l’artista in un “viaggio spazio – temporale” in cui l’oggetto diviene protagonista senza tempo. Questa serie di opere, non a caso, viene definita “Musei” in quanto memoria viva e persistente.
Ed ecco, infine, che il ritrovamento di un antico chiodo diviene presenza spaziale che, stravolgendo la sua stessa natura, si proietta verso l’alto alla ricerca di nuove forme di esistenza, divenendo forse un nuovo messaggero di pace.
Roberto Panico muovendosi, quindi, dal ritrovamento fortuito o meno degli attrezzi dimenticati, riesce a dar vita a nuove forme che perdono il loro significato originario per assumerne altri ben più concettuali: elementi, questi, che promuovono l’oggetto in opera d’arte, ridefinendolo in un nuovo rapporto spazio – temporale e trasferendolo da un concetto di quotidianità a concetto critico.
Il suo lavoro, di conseguenza, obbedisce ad una ricerca antropologica che partendo dall’uomo neolitico arriva sino ai nostri giorni.
La mostra “Mater” è un omaggio a madre Terra – come già specificato – e alle donne, quali procreatrici di bellezza. Non è tutto: l’intera esposizione esprime anche una forma di tutela e al tempo stesso esaltazione di tutte le minoranze culturali e linguistiche a rischio di estinzione, che attraverso un dialogo continuo con il fruitore, proiettano, sullo stesso, questa importante richiesta di sopravvivenza diretta verso il futuro.
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Biografia
Roberto Panico nasce a Racale, in provincia di Lecce, nel 1949. Si forma principalmente nella sua Galleria D’Arte nel centro di Roma dove entra in contatto con numerosi ed importanti artisti che influenzano il suo lavoro e arricchiscono il suo bagaglio di conoscenze ed esperienze artistiche.
Attraverso la sua attività di gallerista porta alla luce artisti di varia natura e dopo una lunga ricerca comprende che era in atto un cambiamento nel suo percorso professionale.
Nel 2012 il suo guizzo artistico esce fuori con forza in una personale a Maglie (Lecce) nella quale i suoi lavori appaiono centrare la tematica del passato che torna vigoroso in un possibile presente per essere apprezzato dal suo pubblico. Comprende, poi, che la sua ricerca può divenire materica. Dal ritrovamento di vecchi strumenti agricoli ne nasce un nuovo approccio: diventano strumenti artistici che trovano una differente collocazione e si cristallizzano sulla tela con forza e la terra rossa salentina diventa elemento incontrastato delle sue opere.
Nel 2018 espone in una personale presso il Conservatorio Sant’Anna di Lecce dove viene apprezzato da un pubblico eterogeneo. Il progetto per la nascita di “Terzo Millennio” trova approvazione nelle varie stanze di culto a livello mondiale e il suo progetto artistico scultoreo è apprezzato in tutto il panorama internazionale.
Il 5 dicembre 2021, in occasione della Giornata Mondiale del suolo la F.A.O., dona la sua opera “I Suoli d’Italia” al Museo del Suolo – Fondazione MIDA di Pertosa (Sa).
Inoltre, nello stesso periodo, espone le sue opere in una personale a Roma presso la Galleria La Nuvola in via Margutta.
Oggi le sue opere vengono apprezzate e acquistate dai grandi collezionisti, colpiti dalla potenza e dalla forza artistica delle stesse. Possiamo intravedere in esse l’influenza dei grandi maestri del Novecento come Burri, Fontana, Schifano, Pascali, ma in originali creazioni che fanno dell’opera di Panico una nuova avanguardia artistica con un linguaggio innovativo, inserendosi a pieno titolo nel panorama artistico del terzo millennio con la consapevolezza e la necessità impellente della tutela di tutto quel patrimonio ancestrale parte fondante della nostra cultura e del nostro DNA.
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