“Dimissioni di massa, se non verranno attuate decisioni rapide per risolvere le criticità del pronto soccorso dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce. L’ipotesi choc prospettata da uno dei medici in servizio, il dottor Agostino Ciucci, è la prova del fatto che il personale del pronto soccorso non ce la fa davvero più a sostenere il macigno dei ritmi di lavoro e del carico di responsabilità, aggravato dalle dimissioni di sedici medici che hanno preferito andare altrove dopo la mancata stabilizzazione. Un problema che sollevai già a dicembre 2020 con un’interrogazione urgente, paventando il rischio collasso del sistema dell’emergenza-urgenza.
E sulla generale carenza di personale del pronto soccorso del Fazzi, cronica ma sempre più grave, avevamo lanciato l’allarme cinque mesi fa, dopo un sopralluogo con il collega Pier Luigi Lopalco. Mettemmo a nudo una situazione di caos grave: penuria di medici, infermieri e oss; pazienti anziani e fragili parcheggiati in barella o in sedia a rotelle per giorni in mancanza di un posto letto; ambulanze in attesa per ore prima della presa in carico dei pazienti trasportati. E chiedemmo interventi urgenti per uscire da questo tunnel. L’11 aprile, poi, si tenne un’audizione in Commissione Sanità su nostra richiesta, nella quale furono presi impegni precisi per un’immediata riorganizzazione del pronto soccorso. In quella sede venne annunciata una ridistribuzione del personale e furono promessi più posti letto di lungodegenza. Ma la disorganizzazione e la precarietà denunciate allora sono peggiorate. Nulla è stato fatto per mettervi riparo in maniera organica, né dal direttore generale dell’Asl Lecce Rodolfo Rollo, né l’assessore alla sanità Rocco Palese. Di fronte al precipitare della situazione, si è solo puntato il dito contro il responsabile del pronto soccorso, il dottor Silvano Fracella, che più volte ha contestato una situazione insostenibile e che è stato messo sotto accusa, con il diktat di non parlare con la stampa senza autorizzazione.
Siccome i problemi sono noti e le vie per risolverli anche, chiediamo ai vertici della sanità pubblica locale di smetterla con la ricerca di capri espiatori e di attuare ciò che è stato annunciato mesi fa, per evitare che i medici stremati si dimettano in massa e si fermi il cuore pulsante del più grande ospedale della provincia di Lecce. Uno scenario drammatico, da scongiurare con interventi immediati, quelli che abbiamo indicato da febbraio scorso e che sono rimasti sulla carta. Non si può fare la guerra, senza soldati”
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