Di Carlo Salvemini, sindaco di Lecce
Care concittadine
Cari concittadini,
ho l’obbligo di porgervi le mie scuse per la chiusura forzata del Parco dell’ex Galateo. Che non potrà accogliervi in questi giorni di festa – e nei successivi – perché la certificata situazione di precarietà di molti dei pini presenti (a rischio caduta) impone di tutelare la sicurezza di tutti.
Questa settimana ci è stata consegnata dall’agronomo incaricato dall’amministrazione una relazione molto dettagliata sullo stato di salute di ciascuno degli alberi presenti. La avevamo disposta a seguito della caduta di rami avvenuta nel tempo, spesso a causa dei forti venti, fortunatamente senza conseguenze.
La relazione ci ha confermato la precarietà di molti esemplari di pini e impone interventi mirati di cura per restituire loro la solidità compromessa. L’attuale stato di salute di alberi secolari – che per decenni hanno vissuto in stato di abbandono – è incompatibile con la presenza di cittadini che vivono il parco per gioco e svago.
Fino a quando non saranno completati gli interventi di messa in sicurezza, il parco non potrà essere accessibile, a tutela dell’incolumità di tutti. Come sindaco ho la responsabilità di evitare che possibili incidenti possano causare danni a ciascuno di voi o ai bambini.
Provo disappunto e amarezza per questa situazione. Tenere chiusi i cancelli del parco è una sofferenza, ancor più dopo la lunga attesa vissuta prima di poterlo restituire alla comunità dopo trent’anni. E dopo la gioia e il piacere della riapertura, durata troppo poco.
Considero questa chiusura, seppur temporanea, una sconfitta. Ho fatto di tutto per impedirla ma di fronte ad una accertata situazione di rischio ho il dovere di assumere la responsabilità di un provvedimento inevitabile.
Ogni mio impegno è adesso rivolto a limitare al massimo questo disagio. La prossima settimana ho convocato una riunione tecnica per individuare tempi e percorso del piano di consolidamento degli alberi a rischio.
Il mio ruolo mi impone sempre ogni giorno l’assunzione di responsabilità. Anche quelle più impopolari. E, spesso, anche quelle altrui. Per questa ragione avverto il dovere di porgervi le scuse per il disagio creato. E per un “incidente” tecnico e amministrativo che a pochi mesi dall’inaugurazione non sarebbe dovuto accadere.
Mi impegno a darvi presto buone notizie.
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