Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Ma quanti patemi ha dovuto subire il Lecce per avere la meglio di un coriaceo Ascoli, battuto per 3 a 1 solo nel finale. La paura del Lecce passa con l’esultanza di Coda sotto la Curva Nord per il suo gol numero 16 del campionato, curva che oggi ha sostenuto come non mai la squadra e che ha reso omaggio ad uno dei suoi storici tifosi, Massimo Rossano, scomparso da qualche giorno.
Per il match contro i bianconeri, Baroni rinuncia a Strefezza in avanti e manda in campo dal primo minuto Rodriguez e Ragusa come supporti esterni all’inamovibile Coda. Confermati a centrocampo Helgason e Gargiulo mentre in difesa Calabresi, capitano per una sera, scala al centro con Gendrey a destra.
Primi venti minuti di studio con l’Ascoli che prova ad abbassare i ritmi con un buon palleggio. La prima occasione del match è proprio degli ospiti che la sprecano con un colpo di testa dell’ex Paganini che va alto da buona posizione.
Il pericolo scuote il Lecce che dopo due minuti passa in vantaggio. A sbloccarsi è Pablo Rodriguez che viene imbeccato bene da Ragusa e con un rasoterra dal cuore dell’area trafigge Leali. Passato in vantaggio il Lecce prende campo e sferra un pressing migliore, ma non riesce ad azzannare il match. L’unica occasione è quella di Rodriguez al 33’ mentre nel finale di tempo è Gabriel che ci deve mettere i guantoni due volte per impedire il pareggio, l’ultima sull’ex Paganini.
Grande opportunità per il Lecce per raddoppiare ad inizio ripresa. Contropiede condotto alla perfezione da Coda e pallone a Ragusa il cui tiro finisce di un soffio a lato dopo una deviazione. Il secondo gol arriva però pochi minuti più tardi, all’11’ con il solito bomber Coda. Al suo repertorio in giallorosso si aggiunge il colpo di tacco con il quale conclude un’azione rocambolesca dopo che Leali aveva detto no a due conclusioni di Rodriguez e dello stesso Coda.
Al quarto d’ora il Lecce potrebbe triplicare con Ragusa che solo davanti all’estremo marchigiano si fa ipnotizzare sbagliando la più clamorosa delle occasioni. In un momento in cui il Lecce sembrava controllare il match e con Baroni che aveva cambiato già i due esterni offensivi, una amnesia difensiva permette all’Ascoli di rientrare in gara con Ricci, lasciato solo nel cuore dell’area di rigore.
E’ il 70’ e da questo momento in poi i giallorossi vanno in bambola. Baroni tarda a cambiare a centrocampo e la squadra è totalmente disequilibrata. A 5’ dal termine il pericolo maggiore occorso da Gabriel arriva con un tiro da 30 metri di Caligara che si stampa sul palo interno prima di attraversare tutto lo specchio della porta e uscire a lato dall’altra parte.
Nel tempo di recupero, nell’unica occasione di contropiede del Lecce, Bjoerkengren si fa fermare in area con un fallo. Dal dischetto è freddissimo Coda per realizzare la sua seconda rete personale e chiudere definitivamente un match che avrebbe potuto archiviare mezz’ora prima del fischio finale.
Photogallery a cura di Andrea Stella
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