LECCE- “Applicazione automatica e non discrezionale. A Lecce non graverà sul bilancio comunale”. Sul caso dell’adeguamento delle indennità agli amministratori comunali, il sindaco Carlo Salvemini precisa e rilancia. Il primo cittadino leccese non ha gradito le affermazioni di due esponenti del centrodestra (Roberto Giordano Anguilla e Andrea Guido) che avevano aspramente criticato la scelta del sindaco e degli amministratori di Palazzo Carafa “di aumentarsi lo stipendio”. «Sono sorpreso – sottolinea Salvemini – da polemiche innescate in questi giorni circa l’applicazione della norma contenuta nella legge di bilancio – votata dal Parlamento su proposta del governo Draghi – che prevede l’adeguamento graduale delle indennità di sindaco e, a cascata, di assessori, presidente del Consiglio e consiglieri comunali. A Lecce come in tutta Italia. Siamo, infatti, in presenza di una disposizione la cui applicazione è automatica e non discrezionale. E non necessita neanche di un atto di giunta così come avviene, ad esempio, nel caso degli aumenti previsti nei contratti collettivi nazionali previsti per i dipendenti pubblici comunali”.
Di seguito la dichiarazione del sindaco Carlo Salvemini sull’adeguamento delle indennità degli amministratori pubblici prevista nell’ultima legge di Bilancio del Governo Draghi.
“Per garantire ai comuni le risorse finanziare necessarie a tenere conto di questo aumento progressivo nella legge – spiega il sindaco – lo Stato ha previsto di concorrere a coprire parte delle maggiori spese sostenute dagli enti locali incrementando con un’adeguata dotazione finanziaria il fondo già esistente e destinato a questo scopo. Con un successivo decreto, non ancora emanato, sarà stabilita la ripartizione delle risorse fra i comuni. Solo per evitare che l’eventuale insufficienza del trasferimento assegnato alla nostra città possa gravare sul bilancio comunale, la Giunta, con propria delibera, ha disposto che, a prescindere dall’aumento percentuale previsto dalla norma statale, l’adeguamento delle indennità sarà esattamente pari al concorso spese riconosciuto dallo Stato. Così facendo, non sottraendo in alcun modo risorse da destinare. Ciò in coerenza con quanto già avviene dal 2019 quando, in concomitanza con l’approvazione del Piano di Riequilibrio pluriennale, sindaco e giunta – per scelta politica – percepiscono un’indennità ridotta del 20%. Tanto basta, mi auguro, a riportare la discussione nel doveroso rispetto della verità e della correttezza».
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