LECCE – Si è celebrata ieri la Giornata Internazionale della Lingua Madre. Arci Lecce Solidarietà e l’Amministrazione comunale di Lecce hanno dato rilievo alla ricorrenza con un momento di sensibilizzazione a Palazzo Carafa dove l’assessora con delega all’accoglienza Silvia Miglietta ha accolto una delegazione di ospiti del progetto Sai “Safia Amajan”, gestito da Arci Lecce Solidarietà. Donne e uomini rifugiati che vivono a Lecce e che hanno portato con sé un messaggio di solidarietà tradotto nelle lingue parlate da tutti i presenti.
L’impegno a tutela delle lingue madri è anche una missione dell’Unesco, costantemente impegnata nella promozione e nella tutela del multilinguismo e dell’inclusione con programmi che favoriscono l’inserimento delle lingue indigene nell’istruzione quali sostegno alla diversità linguistica anche nei canali di comunicazione di massa.
Proprio l’Unesco, nel 1999, ha promosso l’istituzione della Giornata Internazionale della Lingua Madre. La data scelta, quella del 21 febbraio, non è casuale ma è collegata ad un evento tragico avvenuto in Bangladesh nel 1952. Il 21 febbraio di quell’anno, dozzine di studenti ed attivisti politici del Bangladesh furono uccisi dalla polizia pakistana per aver protestato per rivendicare il bengalese quale lingua ufficiale. In quegli anni, infatti, il Bangladesh non godeva di indipendenza ed era considerato il Pakistan Orientale. Di conseguenza, alla lingua bengalese, seppur parlata da più di cento milioni di persone, non erano riconosciuti gli stessi diritti della lingua urdu, l’attuale lingua del Pakistan.
L’incontro è stato anche spunto di riflessione e testimonianza diretta di quanti tutt’ora, nel loro paese di provenienza, vivono ancora il fenomeno della persecuzione di lingue locali ed idiomi minoritari non riconosciuti o addirittura banditi dai governi sovrani.
Alì, ospite del progetto Sai “Safia Amajan” originario dell’Afghanistan, ha chiuso l’incontro con la lettura della poesia “Lingua Madre” scritta da Fiorella Fiorenzoni per la Giornata Internazionale della Lingua Madre.
“Ricordare quel tragico giorno dando importanza alle lingue madri significa farsi portavoce di inclusione, riconoscendo le differenze quale valore e non quale pericolo da cui fuggire”, ha commentato Anna Caputo, presidente di Arci Lecce Solidarietà. “Il plurilinguismo è una forma di ricchezza personale, nondimeno quando si tratta di lingue minori. Incoraggiarlo non è solo tutelare le lingue diverse da quelle ufficiali, ma anche stimolare il dialogo, il confronto e l’interazione tra culture”.
“Il lavoro di dialogo e interazione con la cultura di chi giunge nella nostra terra da luoghi lontani passa dal rispetto dell’identità linguistica, occasione di crescita per tutti”, ha sottolineato l’assessora al Welfare del Comune di Lecce Silvia Miglietta, “il lavoro prezioso svolto da Arci Lecce Solidarietà, nell’ambito dei progetti sviluppati sul territorio del Comune, consente all’intera comunità di prendere coscienza e vivere appieno, come arricchimento, la presenza di rifugiati e richiedenti asilo che nella nostra città hanno trovato nuova vita. Ricorrenze come la giornata della Lingua Madre testimoniano il valore di queste presenze e l’opportunità di crescita che rappresentano per tutti noi”.
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