Mahmood e Blanco hanno vinto la 72esima edizione del Festival di Sanremo con la loro “Brividi“. Chi se lo sarebbe aspettato? Tutti, praticamente. Quali considerazioni possiamo tirare fuori da questi cinque, intensi giorni di paillettes, pubblicità, drammi e canzoni? Che lo sforzo per essere più conciso c’è stato, e tutto sommato non ci è venuta voglia di scrivere testamento ogni sera.
Il Fantasanremo, ha migliorato tutto? Per noi sì, anche perché ha dirottato un’enormità di pubblico social su Rai Uno, per la felicità di sponsor e ascolti. Un plauso a “Zia” Mara Venier che è stata una vera signora con saluti, fiori e baci spudoratamente dati per fare punteggio.
Che dire delle co-conduttrici? È stato lampante come l’esperienza, serva: al netto di tutte le critiche, Drusilla Foer, Sabrina Ferilli e Maria Chiara Giannetta hanno tenuto meglio il palco di Lorena Cesarini. E non è questione puramente di età, perché ricordiamo ancora la bravissima Matilda De Angelis dell’anno scorso, ma di esperienze fatte. Ornella Muti è stata forse un po’ più rigida delle altre, ma sempre puntuale e precisa.
Ormai abbiamo capito la formula dei Sanremo di Amadeus: famiglia, sport, comicità, disabilità, condizione femminile, banda militare. Che riesca a centrare ogni discorso però, è un po’ meno sicuro. Se volessero davvero “innovare” la comunicazione del Festival, gli autori dovrebbero contattare persone che sanno parlare di quegli argomenti, perché da una buona idea a scadere nella polemica, è un attimo, come abbiamo potuto notare nei giorni scorsi.
E le canzoni? Per una volta possiamo dire che non ci sono canzoni da strapparsi le orecchie, anzi. I già citati vincitori Mahmood e Blanco hanno stabilito dei record su Spotify, la canzone di Ana Mena sarà sotto ogni spot in tv, TikTok sarà invaso da Ciao Ciao della Rappresentante di Lista e Chimica di Ditonellapiaga e Rettore. Gianni Morandi, vero vincitore morale del Festival, è già in tutte le radio. Sentiremo molto sicuramente la seconda classificata Elisa, le canzoni di Irama e ovviamente Sangiovanni (che ha rischiato di arrivare…Sesto). Nostra beniamina quest’anno è stata la salentina Emma: di una bellezza mozzafiato, con dei look azzeccatissimi, una vagonata di autoironia e tanto talento. Ci è rimasta nel cuore la sua cover di “Baby one more time” di Britney Spears.
Questa la classifica finale:
1. Mahmood & Blanco, Brividi
2. Elisa, O forse sei tu
3. Gianni Morandi, Apri tutte le porte
4. Irama, Ovunque sarai
5. Sangiovanni, Farfalle
6. Emma, Ogni volta è così
7. La Rappresentante di lista, Ciao ciao
8. Massimo Ranieri, Lettera di là dal mare
9. Dargen D’Amico, Dove si balla
10. Michele Bravi, Inverno dei fiori
11. Matteo Romano, Virale
12. Fabrizio Moro, Sei tu
13. Aka 7Even, Perfetta così
14. Achille Lauro, Domenica
15. Noemi, Ti amo non lo so dire
16. Ditonellapiaga e Rettore, Chimica
17. Rkomi, Insuperabile
18. Iva Zanicchi, Voglio Amarti
19. Giovanni Truppi, Tuo padre, mia madre, Lucia
20. Highsnob & Hu, Abbi cura di te
21. Yuman, Ora e qui
22. Le Vibrazioni, Tantissimo
23. Giusy Ferreri, Miele
24. Ana Mena, Duecentomila ore
25. Tananai, Sesso occasionale
È stato un Festival con pochi colori negli abiti: nero, bianco e rosa l’hanno fatta da padrone in tutte le loro declinazioni.
Dal meme vivente Tananai, a Blanco lo scatenato, dal “battesimo” di Lauro ad Amadeus che cade, dalla regina di tutti noi Orietta Berti con i suoi outfit spumeggianti e la sua nuova (sicuramente) hit estiva, alle flessioni sul palco, tanti i momenti buffi da ricordare; dopotutto Sanremo non si guarda per quello?
E ora che è concluso non ci resta che ascoltare le canzoni che ci sono piaciute di più, e sperare che i ragazzi del Bar Papalina mettano su anche il FantaEurovision, perché agli italiani piace tifare, e qualche volta vincere.
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