FASANO – Istigazione alla corruzione finalizzata a indurre un incaricato di pubblico servizio a compiere un atto contrario ai suoi doveri. E’ questo il reato di cui è accusato un venutunenne, finito ora ai domiciliari. A notificargli l’ordinanza di custodia cautelare – emessa dal gip del Tribunale di Brindisi – sono stati ieri sera i carabinieri della Stazione di Fasano unitamente a quelli della Compagnia di Tirano (Sondrio).
Le indagini, dirette dalla Procura di Brindisi, sono partite a seguito di una denuncia presentata ai Ccrabinieri di Fasano dalla responsabile dell’hub vaccinale fasanese. L’indagato si sarebbe presentato, in due occasioni, al centro di somministrazione dei vaccini diretto dalla donna con lo scopo di ottenere indebitamente il cosidetto green pass rafforzato. Nella prima occasione l’indagato avrebbe presentato un falso certificato di esenzione vaccinale rilasciato in un’altra regione per cercare di indurre la struttura sanitaria a validarne i contenuti anche nella Regione Puglia, mentre nella seconda occasione il giovane avrebbe cercato di convincere un infermiere a simulare l’inoculazione del vaccino in cambio di una somma di denaro.
I successivi accertamenti svolti dai Carabinieri hanno consentito di raccogliere i necessari “gravi indizi di colpevolezza”, nonché elementi idonei a dimostrare la sussistenza delle esigenze cautelari che hanno comportato l’emissione della conseguente citata ordinanza.
In particolare, con riguardo alle esigenze cautelari, il gip ha evidenziato nell’ordinanza il pericolo di reiterazione di medesime condotte criminose dimostrato dalla “pervicacia” dell’indagato che, se non infrenato, reiterando tali condotte, potrebbe, in ultima analisi, rappresentare “un serio pericolo per la salute pubblica”.
L’indagato, rintracciato nel comune valtellinese, sarà sottoposto al previsto interrogatorio di garanzia nel corso dei prossimi giorni. Vi sono indagini in corso anche con riguardo alla effettiva disponibilità del presunto falso certificato ed alle modalità di ottenimento dello stesso. La tempestività della denuncia e della risposta investigativa hanno consentito di evitare ulteriori gravi conseguenze.
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