È sos manodopera nei campi in Puglia dove per salvare i raccolti, con la campagna olivicola in corso, e cogliere nel settore agroalimentare le opportunità che vengono dalla ripresa economica è importante l’emanazione del decreto flussi 2022 in un settore che resta ancora fortemente dipendente dal contributo dei lavoratori stranieri, quando nei campi pugliesi già sono andate perse 30mila giornate di lavoro.
È quanto afferma la Coldiretti Puglia, ribadendo la necessità del Decreto flussi per garantire la programmazione di fronte alle crescenti di difficoltà di spostamento tra le frontiere a seguito della pandemia. “Un problema grave in una situazione in cui a livello regionale viene ottenuto da mani straniere più di ¼ del Made in Italy a tavola, con oltre 38mila lavoratori stranieri che forniscono il 22,4% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore in Puglia, mentre si registrano fortissime difficoltà a reperire anche la manodopera italiana”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. A pesare sono i limiti al passaggio nelle frontiere disposti da molti Paesi per l’emergenza Covid – spiega Coldiretti – ma anche il mancato riconoscimento in Italia dei green pass ottenuti da vaccini somministrati nei Paesi extracomunitari, come il Sinopharm cinese, la cui validità non riconosciuta in Italia.
Il contributo dei lavoratori immigrati all’agricoltura pugliese è importante nella raccolta dei pomodori, degli asparagi e dei carciofi e nelle stalle sono divenuti insostituibili. In Puglia il maggior numero di extracomunitari hanno nazionalità rumena (51,18%), albanese (13,02%), bulgara (13,11%), marocchina (4,11%) e polacca (3,51%)”.
Si tratta di lavoratori che spesso da anni collaborano con le imprese agricole pugliesi e che ogni anno attraversano il confine per poi tornare nel proprio Paese. In questo contesto – aggiunge la Coldiretti Puglia – per sostenere la crescita è necessario garantire la presenza di lavoratori in un settore come quello agricolo dove un prodotto su quattro viene raccolto da mani straniere.
L’approvvigionamento alimentare è assicurato in Puglia grazie al lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione tra negozi, supermercati, discount e mercati contadini di Campagna Amica, nonostante le preoccupazioni per la sicurezza, i vincoli, le difficoltà economiche e gli ostacoli oggettivi all’operatività, dalla ridotta disponibilità di manodopera ai blocchi alle frontiere per i trasporti, un impegno quotidiano senza sosta che è sostenuto anche dalle consegne a domicilio, dall’asporto e da importanti momenti di solidarietà verso i 200mila indigenti.
Con la pandemia non ancora sconfitta, le misure contagio diventano strategiche – evidenzia la Coldiretti regionale – per garantire la salute di tutti. Per questo Coldiretti è stata in prima linea per sostenere la campagna vaccinale. Hub Coldiretti sono stati aperti nelle cantine, nelle aziende agricole, nei piccoli borghi e nelle comunità dei lavoratori immigrati a supporto alla rete nazionale organizzata dal Commissario Straordinario all’Emergenza Generale Francesco Paolo Figliuolo, grazie alla presenza capillare sul territorio della Coldiretti. Peraltro il lavoro in campagna, con appena lo 0,3% degli infortuni da Covid 19 che hanno interessato il settore dell’agricoltura, è – sottolinea la Coldiretti – il più sicuro grazie all’attività all’aperto e alla possibilità di mantenere le distanze anti contagio.
Infatti i dati Inail sulle denunce complessive di infortunio da Covid evidenziano – conclude la Coldiretti Puglia – come la percentuale più bassa di contagi tra le diverse attività si sia verificata proprio in agricoltura dove peraltro non si è mai smesso di lavorare durante l’anno per garantire le forniture alimentari degli italiani.
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