LECCE – Nuove tecnologie per rendere le immersioni scientifiche più sicure ed efficienti, questo è l’obiettivo del progetto europeo DiveSafe che è ormai nella fase conclusiva proprio con lo svolgimento in questi giorni di una campagna di sperimentazione nelle acque dell’Area Marina Protetta Porto Cesareo.
Il Progetto DiveSafe si propone di rispondere alle esigenze di chi conduce esplorazioni subacquee a scopo scientifico e ambientale, coadiuvando i sub nell’esecuzione, efficiente e sicura, di ispezioni e monitoraggi dei fondali marini, nell’ambito di attività come il visual census, la documentazione fotografica e fotogrammetrica, l’esplorazione di aree sconosciute, attività di ricerca e recupero, o anche per fini turistici come la visita di siti sommersi molto ampi.
La sperimentazione, in corso dal 7 al 13 novembre, riguarda due diversi prototipi di scooter subacquei, altamente tecnologici, in grado di supportare le esplorazioni subacquee fornendo ai sub importanti informazioni come la propria posizione sul fondale, i percorsi da seguire e i punti da esplorare. Ma sono soprattutto le funzioni volte a migliorare la sicurezza che rappresentano il punto caratterizzante del progetto. Grazie ad un sistema di comunicazione acustico, gli scooter sono infatti in grado di comunicare fra loro e con il supervisore che coordina le operazioni dalla superficie. Quest’ultimo può quindi scambiare messaggi con i sub, controllare i loro spostamenti e, soprattutto, monitorarne i parametri vitali più importanti come la frequenza cardiaca e la respirazione. In tal modo è possibile intervenire tempestivamente nel caso che si verifichi qualche imprevisto o incidente.
Il progetto è portato avanti da un partenariato internazionale che vede la partecipazione, per l’Italia, dell’Università Politecnica delle Marche, della 3D Research (Spin-Off dell’Università della Calabria) e dell’Istituto Centrale per l’Archeologia (ICA) del Ministero della Cultura. Il partenariato, coordinato dalla società Atlantis Consulting di Salonicco, include anche la società BURC di Istanbul, l’Autorità per le Antichità di Israele, l’Istituto greco per la ricerca archeologica subacquea KORSEAI e la DAN – Diver Alert Network con sede a Malta. Il progetto DiveSafe (www.divesafe.eu) è stato finanziato dall’agenzia esecutiva EASME che gestisce i programmi dell’UE per le piccole imprese, la ricerca, l’ambiente, l’energia e l’industria della pesca.
Nella fase sperimentale è stato coinvolto il personale della Stazione Zoologica Anton Dohrn ed il personale dell’Area Marina Protetta Porto Cesareo, ad iniziare dal Direttore, il Dott. Paolo d’Ambrosio, che ha effettuato alcune immersioni testando personalmente entrambi i prototipi e valutandone le potenzialità per un possibile impiego nell’ambito delle attività di mappatura e monitoraggio degli habitat marini.
Al progetto partecipa anche la dottoressa Barbara Davidde come referente del progetto per conto dell’Istituto Centrale per l’Archeologia oltre che come Dirigente della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo con sede a Taranto e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi e Lecce avendo competenza sui diversi relitti antichi presenti nei fondali dell’AMP. Alcuni dei test sono stati svolti presso Torre Chianca dove gli archeologi incaricato hanno potuto monitorare lo stato di conservazione dei resti di un carico di colonne monumentali in marmo cipollino, preveniente dall’Eubea, databile tra la fine del II ed il III sec. d.C.
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