BARI – La nostra regione è una delle più esposte a rischio desertificazione eppure soltanto un progetto su 149 approvati dal Mipaaf nell’ambito del Piano nazionale ripresa resilienza-Pnrr è pugliese. È quanto emerge dall’analisi della Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) Puglia relativamente agli “Investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche”. Il Consorzio di Bonifica del Gargano è l’unico approvato per la nostra regione, a mancare all’appello sono soprattutto i Consorzi pugliesi commissariati della Puglia centro-meridionale. Nulla da parte di quei territori – provincia di Barletta Andria Trani, area metropolitana di Bari, province di Lecce Brindisi e Taranto – che invece avrebbero necessità di superare la perenne emergenza idrica degli ultimi decenni che continua ad aggravarsi.
“La Puglia è la regione più sofferente per la scarsità di acque a disposizione degli agricoltori – spiegano dalla Cia in una nota – praticamente assente nella prima lista di progetti approvati, 149 presentati dai Consorzi di Bonifica di tutta Italia, per un ammontare di 1,6 miliardi di euro”.
Sono stati ottenuti circa 2 milioni di euro per opere di manutenzione agli impianti, ma la nostra regione ha bisogno di infrastrutture che possano garantire disponibilità di acqua a uso irriguo e mancare l’opportunità offerta dal Pnrr, significa “perdere la possibilità di recuperare un gap infrastrutturale enorme con conseguenze potenzialmente devastanti nell’arco dei prossimi 10-15 anni”. In più si rischia di disattendere lo spirito che anima il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
I cambiamenti climatici portano a stagioni siccitose molto più durature e frequenti e il rischio per l’agricoltura è gravissimo. “Occorre che le istituzioni intervengano prontamente per ovviare eventuali inadeguatezze e inefficienze delle strutture commissariali dei Consorzi pugliesi e dei loro uffici tecnici, nel caso fosse questa la causa della mancanza di progetti approvati”.
Sarebbe auspicabile l’amministrazione dei Consorzi da parte degli agricoltori, ricalcando l’esempio virtuoso dei Consorzi della Capitanata.
L’appello della Cia è che Ministero, Regioni ed enti coinvolti possano garantire agli agricoltori, ai cittadini pugliesi un livello adeguato di investimenti sulla infrastrutture irrigue e che la politica regionale possa agire nel più breve tempo possibile. Al momento le risorse idriche pugliesi, in particolare nel comparto centro-meridionale sono assicurare dalle acque provenienti dalla Basilicata, un apporto insufficiente per la nostra agricoltura altamente specializzata.
Urge un un cambiamento sostanziale, l’istituzione di una “cabina di regia” composta da professionisti, anche non facenti parte dei consorzi commissariati, esperti che possano monitorare la situazione e agire affinché la distribuzione irrigua sia consona alle esigenze del nostro territorio.
Per Cia Puglia si pone molto seriamente anche la ‘questione Consorzi commissariati”, evidenziando l’urgenza di adeguamento delle retribuzioni dei dirigenti alla reale produttività, per garantire un minino sindacale e agganciando il resto ai risultati ottenuti.
Il problema rappresentato dalla scarsa efficienza delle decennali gestioni commissariali potrebbe penalizzare pesantemente, anche nel caso degli investimenti in ambito Pnrr, l’agricoltura pugliese.
Antonio Del Giudice Greco
5 Novembre 2021 6:11 at 06:11
Dopo il danno anche la beffa per i piccoli proprietari di uliveti della provincia di Lecce.E’come se fosse avvenuto un tremendo terremoto, questo e’ stato per noi la benedetta xilella.Si benedetta per gli speculatori e colonizzatori ,che si stanno facendo piu’grossi con i finanziamenti dello Stato.Perche’questi finanziamenti non vengono spesi meglio per finanziare finalmente un moderno sistema di infrastrutture per un migliore regime delle acque? Al Presidente Emiliano mi rivolgo con questo quesito:quanti pozzi artesiani denunciati ed abusivi ci sono in provincia di Lecce? Per Lavorare la terra c’e’ bisogno dell’acqua,per fare finta di creare lavoro e speculare ce’bisogno di finanziamenti per i pochi Furbi di turno. L’Ulivo era lavoro cultura e paesaggio, era la nostra Identita’,mentre melograno avocado mango ecc.. ecc.sono limitati surrogati, che servono ai furbetti che “abilmente” vogliono sembrare benefattori e salvatori della “Patria”.Ci aspettiamo che qualcosa “CAMBI” per il BENE COMUNE?
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