LECCE – Il titolo di per sé è emblematico, ma non basta a spiegare tutto ciò che ruota nel mare magnum del web. La rete che vorrei è il nuovo libro firmato da Ruben Razzante, giornalista, docente di Diritto europeo dell’informazione e di Diritto della comunicazione per le imprese e i media all’Università Cattolica di Milano, e uno dei massimi esperti di dinamiche internettiane in Italia. L’autore era ieri sera a Lecce per spiegare cosa accade e soprattutto quali sono i pericoli a cui bisogna stare attenti. Trappole cibernetiche che rischiano di diventare, a volte, letali. La parola d’ordine resta sempre la stessa: conoscere per salvaguardare la propria “incolumità” cerebrale.
“La rete che vorrei – spiega Razzante – è un auspicio fondato su dati di fatto. E cioè sulla necessità che la rete ottimizzi le possibilità espresse durante il covid”. Parole che il prof calibra con cura perché conosce bene il peso specifico avendo fatto parte dell’Unità di monitoraggio per il contrasto della diffusione di fake news sul coronavirus, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Secondo l’esperto il web avrà un ruolo strategico nella ripartrenza per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. Le premesse ci sono. Ora, però, occorre salire un altro gradino. “Serve uno sforzo ulteriore: rafforzare le buone pratiche avviate senza, tuttavia, farci lasciare travolgere dalla digitalizzazione. Dobbiamo riuscire a conservare e preservare aspetti di umanità, di razionalità e di socialità, fondamentali per l’equilibrio delle persone”.
Quel che ci vuole, dunque, è una “rete inclusiva e democratica”. In questo senso diventa importante scrivere – e far applicare – regole sovranazionali per imporre obboighhi anche ai colossi del web. Ma non solo. Sono necessari codici di autoregolamentazione in rete per tutte le categorie e cultura digitale fin dalle scuole dell’obbligo per fare in modo per che nuove genraiohi usino il web in modo saggio e responsabile”.
Intanto si fanno largo nuove dipendenze on line come il cyberbullismo e il revenge porn. “I reati di questo tipo sono in grande cresciuta – sottolinea Razzante – Occorre aumentare la vigilanza per evitare che queste due devianze minorili producano danni importanti”.
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